Si parla tanto di razzismo. A ragion veduta. Razzismo religioso, etnico, culturale. Una bestia, un leviatano, un behemoth antico come l'uomo, il mondo, e oggi, sembra riproporsi come uno spettro che ritorna minaccioso.

Ma c'è un altro razzismo, ben più pericoloso. Quello interno, nascosto nelle nostre civili società. Che non si scaglia contro i visibili e pubblicizzati barconi, ma contro altri soggetti. I veri invisibili. Anziani. Disabili. Ragazzi e ragazze lavoratori, nerds, imprenditori, studiosi, che rifiutano il mainstream frivolo dominante del pensiero debole totalizzante. Abbandonati. Ridicolizzati. E molte volte, oggetto di violenze. Tra le più gravi, l'abbandono totale. A se stessi.

All'indifferenza di una società che di civile ha solo il vocabolo ipocrita da esibire come compassione di facciata ogni volta che si verifica un disastro o tragedia. E di riflesso, uno Stato e i suoi enti e strutture, assenti, apatici, inerti, come, cinicamente, è giusto che sia, essendo rappresentanti di un sistema sociologico simile. In un paese Italia, ormai allo sbando completo. Il trionfo della volontà hitleriano? No, qualcosa di uguale o se vogliamo di molto peggio. Il trionfo dell'egoismo, del proprio "particulare", dell'orticello privato di casa.

Un paese Italia ormai rinchiuso su se stesso, nel godere solo i privilegi del proprio futile. Anziani e disabili che cadono per strada e in casa, e nessuno li aiuta, pur vedendoli arrancare o sentirli gridare.

Ragazze lavoratrici indefesse pendolari sui treni del nord, violentate e umiliate senza che un controllare o un'azienda trasporti si smuovano per risolvere un problema, che poi è un dramma criminale. E gli esempi si sprecano. Ci si può affidare, anzi fidare solo delle forze dell'ordine e di polizia, nell'Italia di oggi. Lusinghiero per i tutori dell'ordine. Un disastro totale per il paese Italia e il suo popolo e società.