Esteri

A Gaza il genocidio continua, in attesa che il conflitto si allarghi

Il nord di Israele è in parte spopolato perché è stata creata una zona cuscinetto per salvaguardare gli abitanti di quella zona, sfollati da mesi. Anche il nuovo confine, però, è adesso sotto attacco dei Katyusha di Hezbollah che oggi hanno colpito alcune aree residenziali, causando gravi danni. Per Lapid, il nord di Israele è ormai perduto.

Lo Stato ebraico risponde agli attacchi colpendo sempre più in profondità il sud del Libano, anche con attacchi mirati come quello odierno, nel quale è stato assassinato Khalil al-Maqdah, un membro di Fatah, organizzazione politica della Cisgiordania che si riconosce nell'OLP, accusato di essere un fantoccio al soldo dell'Iran.

La Cisgiordania è ormai diventata un campo di addestramento per il terrorismo ebraico praticato da coloni e forze di "difesa" che continuano l'opera di annessione di territorio palestinese, mentre a Gaza il morale esercito ebraico, con il paravento di qualche sparuto gruppo di circassi e drusi, continua il genocidio in atto dal 7 ottobre: sono 25 i civili assassinati nelle ultime ore, mentre sono stati annunciati gli ennesimi ordini di evacuazione, stavolta da Deir el-Balah, nella zona centrale della Striscia. Inutile chiedersi dove dovrebbero sfollare quei disgraziati gazawi, bersaglio di israeliani criminali assassini che pretendono di far credere - non si sa bene a chi - che stiano combattendo per la loro sicurezza, quando è evidente da mesi che il loro intento, oltre alla vendetta, è quello di rimuovere i palestinesi anche da quel territorio.

Gli unici che fanno credere di non essersene accorti è la coppia di pagliacci Biden - Blinken, che nelle ultime settimane sta diventando un trio, con la vicepresidente Harris sempre più coinvolta nella complicità del genocidio del popolo palestinese, nonostante sia evidente anche ad uno stolto che a novembre gli ebrei americani voteranno Trump, mentre lei perderà il voto degli arabi e dei musulmani che non andranno a votare o voteranno per altri candidati. Nel Michigan, di certo, questo scenario non le sarà di aiuto.

Poiché l'attuale amministrazione degli Stati Uniti è costituita da pagliacci, Netanyahu e gli altri sterminatori che compongono l'attuale governo israeliano, giustamente, se ne prendono gioco, come dimostrano gli ultimi colloqui sul cessate il fuoco che sono già da considerarsi conclusi con un nulla di fatto. Per salvare la faccia, Blinken e Biden incolpano Hamas di non voler accettare un accordo che gli stessi negoziatori israeliani definiscono sbilanciato e inaccettabile per Hamas, completamente stravolto rispetto all'accordo presentato inizialmente dallo stesso presidente americano. 

A Netanyahu va bene così - della sorte dei prigionieri israeliani a Gaza è più che evidente che lui non se ne sia mai preoccupato - perché gli si aprono nuovi scenari per una guerra infinita che gli permetta di continuare la propria politica di apartheid e genocidio, favorita anche dalla complicità dell'occidente cosiddetto democratico.

Per questo il premier israeliano attende con ansia un attacco su larga scala di Hezbollah e Iran a cui risponderà con un massiccio bombardamento dell'Iran... anche se non è chiaro quale potrà essere lo spazio aereo che utilizzerà per arrivare fin lì. 

Come ci fa sapere l'agenzia IRNA, la missione permanente dell'Iran presso le Nazioni Unite ha dichiarato che la Repubblica islamica pianificherà attentamente i tempi e le modalità della sua risposta all'assassinio da parte di Israele del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, per garantire il raggiungimento della "massima sorpresa" e della massima "deterrenza".

"I tempi, le condizioni e le modalità della risposta dell'Iran saranno meticolosamente orchestrati per garantire che avvenga nel momento di massima sorpresa; forse quando i loro occhi saranno fissi sul cielo e sui loro schermi radar, saranno colti di sorpresa da terra, o forse anche da una combinazione di entrambi", ha affermato la missione in una nota in cui si precisa che l'Iran calibrerà attentamente la sua risposta "per evitare qualsiasi possibile impatto negativo che possa influenzare un potenziale cessate il fuoco".

La risposta dell'Iran soddisferà due obiettivi : punire l'aggressore e rafforzare la deterrenza:

"Innanzitutto, deve punire l'aggressore per il suo atto di terrorismo e le violazioni della sovranità nazionale dell'Iran. In secondo luogo, deve rafforzare le capacità di deterrenza dell'Iran per indurre un profondo pentimento nel regime israeliano, fungendo così da deterrente contro la ripetizione di qualsiasi futuro atto di aggressione".

Naturalmente, in caso di attacco, Israele si sentirà in diritto di rispondere, con la "speranza" che il conflitto si allarghi. Netanyahu finora ha avuto modo di ottenere dall'occidente tutto il supporto possibile nel compiere i propri crimini, quindi... perché fermarsi?

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
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