Matteo Anastasi
Siamo finiti nelle mani sudaticce di un lobotomizzato che, senza vergogna, spende il suo tempo nel seguire finali di giochini elettronici marcescenti mentre annienta con disinvoltura uno storico servizio pubblico radiofonico. Invece di smanettare come un segaiolo foruncoloso, butta sto videogioco e accendi Radio Radicale, beota.
Ugo Rossi
Ottimo, in qualità di sottosegretario con delega all'editoria l'onorevole Vito Crimi ha il tempo di incontrare tutti, seguire le finali di videogiochi.
Il comitato di redazione di Radio Radicale, che permette ai cittadini (tutti) di ascoltare i lavori delle istituzioni ha chiesto un incontro per ben quattro volte, ma né lui né Di Maio hanno trovato il tempo, non solo di incontrarli ma nemmeno di rispondere.
Quando non si hanno argomenti, come ormai è palese a chiunque abbia seguito la vicenda surreale, meglio nascondersi.
Michelangelo Scali
Caro On. Crimi, la petizione per salvare Radio Radicale ha già raggiunto e superato le 159.000 firme: http://chng.it/cY2B75XHS7. Questi voti, e in primis il mio, ve li potete scordare.
Quelli sopra riportati sono alcuni dei commenti pubblicati su Facebook ad un post di Vito Crimi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all'Informazione e all'Editoria, che si compiaceva di aver avuto "l'onore di presenziare, insieme al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Alberto Bonisoli, alla finale del "Rainbow Six Pro League", torneo internazionale fra i più importanti nell'ambito degli #esports, dedicato al gioco prodotto da Ubisoft. Per la fase finale di questo campionato, i migliori 8 team al mondo si sfidano nel Palazzo del Ghiaccio di Milano. Il torneo ha messo in palio un montepremi complessivo di oltre 600mila dollari, una cifra che dovrebbe far comprendere quanto grande sia l'interesse in questo settore".
In pratica, Crimi è andato a vedere un torneo basato su un videogioco, facendo uno "spottone" ad Ubisoft... che non ne ha certo bisogno.
Vito Crimi è uno dei responsabili a 5 Stelle che stanno cercando di far chiudere Radio Radicale, non rinnovando la convenzione che per decenni ha garantito un servizio pubblico, anche integrativo, rispetto a quello fornito dalla Rai.
I suoi colleghi grillini, ieri, in Commissione Bilancio hanno votato contro un emendamento che avrebbe consentito un'estensione della convenzione grazie alla quale Radio Radicale avrebbe continuato a ricevere i finanziamenti per trasmettere, in attesa di un bando che mettesse a gara l'assegnazione di una nuova convenzione.
In fondo, non c'è niente di così incredibile in quanto accaduto, visto che in passato Di Maio & co. hanno definito i giornalisti "sciacalli" e "puttane". D'altronde, l'informazione a 5 Stelle passa tramite il filtro della Casaleggio, il cui verbo viene diffuso da un maître à penser del calibro di Rocco Casalino ai propri portavoce che, dai loro account social, giurano e spergiurano sulla bontà della novità del giorno. Proprio un'informazione certificata a 5 Stelle!
Nel frattempo, per evitare la chiusura di Radio Radicale, oltre alle dichiarazioni di solidarietà (tra cui anche quella di Nicola Antonetti, presidente dell'Istituto Luigi Sturzo), anche iniziative che vanno dalla raccolta di firme fino allo sciopero della fame, il cui più impegnato sostenitore è il Pd (ex radicale) Roberto Giachetti.
Molti accademici delle principali università italiane hanno chiesto in una lettera inviata al premier Giuseppe Conte di intervenire per prendere in mano la situazione ed impedire la chiusura dell'emittente, definita "uno strumento di conoscenza e cultura che ci aiuta ad evitare di essere travolti da troppe informazioni conflittuali, mescolate tra ciò che è vero e ciò che è falso".
Di oggi, sull'argomento Radio Radicale, l'appello dei due capigruppo del Pd al Parlamento, Delrio e Marcucci, ai rispettivi presidenti di Camera e Senato: "È inammissibile che la convenzione con Radio Radicale venga interrotta, senza che contestualmente sia avviata quella riforma del settore che la stessa emittente reclama da anni.
È inammissibile che a Camera e Senato venga di fatto impedito di esprimersi con un voto, essendo evidente che tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione del M5S, sono favorevoli al proseguimento del servizio.
Aspettiamo dai Presidenti Casellati e Fico un rapido pronunciamento. Riteniamo gravissima la violazione perpetrata ieri alla Camera circa l'inammissibilità degli emendamenti e chiediamo loro formalmente di tutelare la centralità del Parlamento".