Durerà fino al 6 dicembre il viaggio apostolico che Francesco ha iniziato questo mercoledì atterrando a Cipro e che nei prossimi giorni lo vedrà spostarsi in Grecia. 

"Condivido la mia gioia di visitare questa terra, camminando come pellegrino sulle orme del grande Apostolo Barnaba, figlio di questo popolo, discepolo innamorato di Gesù, intrepido annunciatore del Vangelo che, passando tra le nascenti comunità cristiane, vedeva la grazia di Dio all’opera e se ne rallegrava «ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore» (At 11,23). E io vengo con lo stesso desiderio: vedere la grazia di Dio all’opera nella vostra Chiesa e nella vostra terra, rallegrarmi con voi per le meraviglie che il Signore opera ed esortarvi a perseverare sempre, senza stancarvi, senza mai scoraggiarvi. Dio è più grande! Dio è più grande delle nostre contraddizioni. Avanti!"

Queste le parole iniziali del suo discorso nell'incontro pomeridiano con sacerdoti e religiosi che ha tenuto nella Cattedrale Maronita di Nostra Signora delle Grazie a Nicosia.

Ed il Papa ha fatto riferimento a Barnaba, così come a Paolo e Marco, di cui da pellegrino ne ripercorrerà i passi in questo viaggio, anche nell'incontro successivo con  le autorità, la società civile e il corpo diplomatico, incontrati nella Sala delle cerimonie del palazzo presidenziale di Nicosia.

Nel suo discorso nella Cattedrale Maronita, Francesco ha ricordato che "tutti noi siamo stati chiamati dalla misericordia di Dio, che non si stanca di chiamare, non si stanca di essere vicino, non si stanca di perdonare. Dove sono le radici della nostra vocazione cristiana? Nella misericordia di Dio. Non bisogna dimenticarlo mai. Il Signore non delude; la sua misericordia non delude. Sempre ci aspetta. Non ci sono e non ci siano muri nella Chiesa cattolica, per favore! È una casa comune, è il luogo delle relazioni, è la convivenza delle diversità: quel rito, quell’altro rito…; uno la pensa in quel modo, quella suora l’ha vista in quel modo, quell’altra l’ha vista in quell’altro… La diversità di tutti e, in quella diversità, la ricchezza dell’unità". 

Per questo, il Papa oltre a incontrare i migranti in una preghiera ecumenica a Cipro, durante questo viaggio tornerà nel "limbo" dei profughi in attesa a Lesbo, dove  già si è recato nell'aprile 2016, adesso ospitati nel Centro di Identificazione di Mavrovouni, dopo che un incendio ha distrutto il campo di Moria. Secondo il governo cipriota, il Papa farà trasferire in Italia un gruppo di rifugiati, così come fece a Lesbo cinque anni fa.


Crediti immagine: Sala stampa vaticana