BRESCIA. Quando si devono scegliere dei nuovi serramenti per la propria casa, ad ogni buon conto si sta facendo un investimento, piccolo o grande che sia. L’esborso sarà consistente, dunque sarà meglio ragionarlo bene e soprattutto… spendere bene!
Come per molti altri acquisti, anche nell’ambito dei serramenti in legno vi è un gran numero di opzioni, caratteristiche e varianti. Le finestre e le portefinestre, infatti, possono essere realizzate anzitutto con diversi tipi di legno: dai più comuni legni “morbidi” come il pino o l’abete ai legni “duri” come il rovere o il larice, passando per douglas, hemlock, okoumé, meranti, ecc. Tutte queste sono specie legnose adatte all’impiego nella costruzione di infissi.
Ma qui spesso si pone un interrogativo difficile, per chi non sia un po’ addentro nel settore: legno massiccio (detto anche massello) o lamellare?
A questo punto, tanto varrebbe domandarsi in primo luogo: cosa s’intende, in effetti, per legno lamellare? E che differenza c’è con il massello?
Il massello o legno massiccio è ricavato dalla parte più interna (e quindi più solida) del tronco dell’albero: così, mentre la sua resistenza è senz’altro eccellente, al tempo stesso risente maggiormente delle cosiddette “correnti” che attraversano la pianta e che non si arrestano con il taglio della stessa. Il legno, come è noto, è un materiale “vivo” e questa sua vitalità è espressa anche dal movimento che avviene al di sotto della corteccia. Addirittura, in taluni casi può avvenire che dai manufatti in massello di pino fuoriesca della resina.
Il legno lamellare, invece, è composto da tre tavole di legno essiccato (che si chiamano per l’appunto “lamelle”) incollate l’una sull’altra mediante una specifica lavorazione a pressione che le rende indeformabili, ne migliora le prestazioni meccaniche e annulla le tensioni intrinseche perché le fibre della pianta vengono contrapposte.
Tutte le specie legnose menzionate prima possono essere trasformate in lamellare, ma a maggior ragione nell’ambito dei serramenti è un fattore di rilievo che venga adoperato del legno lamellare ben stagionato e ben selezionato, specialmente in questi ultimi anni in cui lo standard dei requisiti tecnici per le costruzioni e (ad esempio) per il conseguimento del «risparmio energetico» è sempre più rigoroso.
È pur vero che il massello, se viene scelto in modo esperto e coscienzioso e poi stagionato ed essiccato nel modo corretto, non risente più di tensioni che, per l’appunto, sono state sfogate durante il periodo di riposo. Similmente, persino un lamellare in cui il legno, prima di essere stato disposto in liste ed incollato, non è stato stagionato adeguatamente, potrebbe rivelarsi meno valido di un massello di alta qualità e addirittura, un domani, imbarcarsi.
Per esempio, i serramenti in douglas vengono comunemente realizzati in massello perché questa specifica specie legnosa, una volta essiccata e stagionata in modo corretto, non dà più problemi di stabilità.
Quando, comunque, l’azienda alla quale ci si rivolge è affidabile e referenziata e può contare su una produzione certificata e su una buona esperienza nel settore, il più delle volte la scelta del legno lamellare rappresenta la più indicata nei contesti abitativi: stabilità, durevolezza, estetica moderna sono i pregi ormai universalmente riconosciuti.
Estetica: sì, perché oltre ad evitare la presenza di eventuali nodi del legno, nel lamellare si riscontra anche una venatura più regolare e una più omogenea disposizione ed assorbimento della verniciatura.
Resta da ricordare, infine, che le tavole di legno lamellare possono essere costruite con “giunzioni a pettine” (dette in Inglese «Finger Joint» o F.J.), oppure “a lista intera” (ossia con lamelle uniche più lunghe). Differenziazione, questa, che riguarda principalmente convenienze di produzione e scelte di qualità del materiale: per esempio, se è vero che nel Finger Joint sono ben visibili le caratteristiche giunzioni fra una lamella e l’altra, è anche vero che le lamelle vengono selezionate in modo da formare liste complessivamente prive di difetti.