Dopo che sono stati ufficializzati i risultati delle elezioni che hanno confermato nuovamente vincitore il presidente uscente Alexander Lukashenko, che ininterrottamente governa la Bielorussia dal 1994, nel Paese sono iniziate le proteste della gente che ritiene invece che sia stata Svetlana Tikhanovskaya ad ottenere il maggior numero di voti nelle urne.

Proteste che durano ormai da giorni, che riguardano non solo la capitale Minsk, ma anche città periferiche, persino piccoli paesi e che coinvolgono un sempre maggior numero di persone.

E più la protesta si diffonde, più aumentano gli arresti, spesso arbitrari e ingiustificati, che come unica conseguenza hanno solo quella di alimentare ulteriormente la rabbia della gente che, ormai diffusamente, chiede le dimissioni di Lukashenko.

Oltre ai numerosi feriti, la scorsa notte si è avuta notizia del secondo manifestante morto, un uomo di 25 anni che secondo la madre aveva problemi cardiaci e sarebbe stato trattenuto per ore in un furgone dopo essere stato fermato dalla polizia.

L'ONU ha condannato l'uso della violenza da parte delle autorità, con l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, che ha accusato la polizia bielorussa di aver fatto un uso eccessivo della forza, sparando proiettili di gomma e facendo ricorso anche a cannoni ad acqua e granate assordanti.

Secondo le ultime notizie circa 6.000 persone sono state arrestate negli ultimi tre giorni, compresi minori e semplici curiosi, tanto da far ritenere che ormai in Bielorussia si effettuino arresti indiscriminati, di massa, a cui seguirebbero maltrattamenti, durante e dopo la detenzione. Persino le troupe televisive sono state aggredite dalla polizia.

Anche giovedì le proteste in Bielorussia continuano.