Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sabato mattina è atterrato all'aeroporto di Ciampino in una Roma quasi blindata per incontrare, nell'ordine, Sergio Mattarella, Giorgia Meloni e Papa Francesco.
Difficile dire se il presidente ucraino sia venuto nella capitale per incontrare i vertici delle istituzioni italiane e già che c'era ha incontrato anche il Papa oppure se la visita va letta in senso opposto...una curiosità relativa agli argomenti di discussione, considerando che difficilmente con il Papa Zelensky abbia potuto parlare di armamenti e finanziamenti.
Per la cronaca, il Quirinale ha liquidato l'incontro con questo comunicato:
"Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky. Era presente all'incontro il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani".
A Palazzo Chigi, invece, il colloquio si è concluso con una dichiarazione congiunta a cui è seguita una breve conferenza stampa dove entrambi i leader hanno riassunto i temi trattati durante l'incontro. E di cosa hanno parlato? A sentir la Meloni delle solite cose. Confermato, anche, il supporto all'Ucraina fino alla sconfitta finale della Russia, un supporto senza se e senza ma, senza dimenticare di aggiungervi anche l'ormai classico "a 360°", un must (anche se un po' datato) della comunicazione.
La Meloni, dopo aver detto e ripetuto che la guerra potrà finire solo con la sconfitta della Russia si è poi ricordata che doveva parlare anche di pace e ci ha messo pure quella dicendo, ovviamente, che l'Italia farà di tutto anche per arrivare alla pace...
Ma come? Ma non aveva detto che la guerra poteva finire solo con la sconfitta della Russia? Valla a capire.
E da Palazzo Chigi, Zelensky si è poi spostato in Vaticano per incontrare il Papa nell'Auletta e non nel Palazzo Apostolico. Come riferito dalla Sala stampa della Santa sede il colloquio a porte chiuse è durato circa 40 minuti su temi "riferibili alla situazione umanitaria e politica dell’Ucraina provocata dalla guerra in corso". Al colloquio era presente un interprete, un francescano ucraino, fra Marko Gonkalo.
"Il Papa - come riporta la nota vaticana - ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall'invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno. Entrambi hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione. Il Papa ha sottolineato in particolare la necessità urgente di gesti di umanità nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto".
Dopo il colloquio privato con il pontefice, il presidente ucraino ha incontrato il segretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Paul Gallagher, ma non il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, che si trova a Fatima. Il colloquio con Gallagher è durato circa mezz'ora nella quale, sempre secondo la Sala stampa vaticana, "ci si è soffermati anzitutto sull’attuale guerra in Ucraina e sulle urgenze collegate ad essa, in particolare quelle di natura umanitaria, nonché sulla necessità di continuare gli sforzi per raggiungere la pace. L'occasione prosegue la nota è stata propizia anche per trattare alcune questioni bilaterali, relative soprattutto alla vita della Chiesa cattolica nel Paese".
L'Agenzia di stampa russa, Ria Novosti, ha riportato quanto detto da Zelensky, dopo il colloquio con la premier Meloni, sottolineando il passaggio in cui il presidente ucraino ha annunciato l'adozione di "decisioni importanti" per proteggere i cieli della suo Paese:
"Oggi abbiamo discusso della nostra cooperazione, in particolare nel campo della sicurezza e della cooperazione militare. Ci sono decisioni molto importanti per proteggere i nostri cieli", ha detto Zelensky, senza però dare spiegazioni in merito.