Si è aperta sotto lo slogan "L'immunizzazione per tutti è umanamente possibile", la Settimana Mondiale delle Vaccinazioni, promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per accendere i riflettori sull'importanza dei vaccini come strumento salvavita. Un appuntamento annuale che unisce governi, operatori sanitari e comunità globali in un obiettivo comune: garantire a ogni individuo, dalla culla alla vecchiaia, il diritto alla protezione contro malattie prevenibili.  

I numeri parlano chiaro: secondo le stime dell'OMS, i vaccini hanno salvato 6 vite al minuto negli ultimi 50 anni, per un totale di almeno 154 milioni di persone. Un traguardo reso possibile dalla diffusione dei vaccini essenziali, responsabili del 40% del miglioramento della sopravvivenza infantile globale. Il vaccino contro il morbillo, da solo, ha contribuito a salvare 94 milioni di vite dal 1974 a oggi, rappresentando il 60% di questo successo. Grazie all'immunizzazione, sottolinea l'OMS, oggi più bambini che mai nella storia superano il primo anno di vita, mentre malattie un tempo letali, come il vaiolo, sono state debellate e la poliomielite è sull'orlo dell'eradicazione: dal 1988, 3 miliardi di bambini hanno ricevuto il vaccino antipolio, evitando 20 milioni di casi di paralisi.  

Nonostante i progressi, il cammino è ancora lungo. Nel 2023, 14,5 milioni di bambini non hanno ricevuto neppure una dose di vaccino, esponendoli a rischi evitabili. Preoccupano anche i dati sul morbillo: 22 milioni di minori hanno saltato la prima dose nel 2023 e 12 milioni la seconda, un vuoto che alimenta focolai in molte regioni. "I risultati ottenuti non sono scontati", avverte l'OMS, ricordando che malattie come difterite e colera possono riemergere se cala la guardia.  

Il prossimo passo, spiega l'OMS, è ampliare la visione della vaccinazione: non solo bambini, ma anche anziani (da proteggere contro l'influenza), neonati (a rischio malaria e virus respiratorio sinciziale), donne incinte (vulnerabili al tetano) e adolescenti (esposti all'HPV). "In un mondo interconnesso, un'epidemia in un angolo remoto è una minaccia per tutti", sottolinea l'Organizzazione, evidenziando come i vaccini siano un'arma collettiva: proteggono l'individuo e, attraverso l'immunità di gruppo, l'intera comunità.  

Reagire alle epidemie dopo che esplodono "è costoso e inefficace", avverte l'OMS. La soluzione? Investire in programmi strutturati di immunizzazione, garantendo a tutti l'accesso ai vaccini "giusti, al momento giusto". Un approccio che salva vite e risorse: basti pensare che per ogni dollaro speso in vaccini infantili, se ne risparmiano 26 in costi sanitari e perdita di produttività.  

"I vaccini sono una delle più grandi conquiste dell'umanità", ribadisce l'OMS, ricordando che un bambino vaccinato ha maggiori proboltà di crescere sano, studiare e contribuire alla società. Con lo slogan del 2025, l'agenzia invita a non abbassare la guardia: "È tempo di dimostrare che un mondo immunizzato è possibile. Ogni dose somministrata è un passo verso un futuro in cui nessuno muoia per una malattia prevenibile".  

In un'epoca segnata da disuguaglianze e sfiducia nella scienza, la Settimana Mondiale delle Vaccinazioni suona come un monito: la salute globale è un diritto, non un privilegio. E i vaccini, oggi più che mai, sono la chiave per difenderlo.