Mohammad Naeem, portavoce dell'ufficio politico dei talebani, ha dichiarato ad Al Jazeera che il popolo afghano e i talebani hanno appena assistito al frutto di 20 anni di sforzi e sacrifici: "Grazie a Dio, la guerra è finita".
In un messaggio pubblicato su Twitter, Suhail Shaheen, anch'egli un portavoce dei talebani, ha dichiarato che i combattenti avevano ricevuto l'ordine rigoroso di non attaccare persone e proprietà: "La vita, la proprietà e l'onore di tutti devono essere protetti dai mujaheddin".
Fidarsi è bene, ma non farlo è meglio, devono invece aver pensato le ormai ex autorità di governo che in precedenza avevano amministrato l'Afghanistan. Primo tra tutti il presidente Ashraf Ghani, fuggito dal Paese già domenica mentre i primi miliziani islamisti stavano entrando a Kabul, praticamente senza che nessuno li contrastasse.
E sulla stessa lunghezza d'onda sono "sintonizzati" anche molti afgani, cittadini comuni, che hanno preso d'assalto aeroporto e aerei in partenza dalla capitale. Drammatico, in proposito, quanto riporta la Reuters che parla di cinque persone morte mentre cercavano di farsi strada nella ressa di coloro che tentavano di salire su un volo militare destinato ai diplomatici statunitensi e al personale dell'ambasciata Usa di Kabul. Non è chiaro se siano decedute a causa della calca o se siano state uccise dai colpi sparati (teoricamente in aria) dai militari americani per tenere a bada la folla.
Utter desperation at #KabulAirport as some people have climbed the plane and sat on its engine and the plane is moving.#AfghanistanBurning #Afghanistan #AfghanistanCrisis
— Suhrab Sirat (@SuhrabSirat) August 16, 2021
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Dopo la caduta di di Kabul da parte dei talebani, molti afgani si sono diretti all'aeroporto, sia coloro che avevano ottenuto un visto, sia coloro che speravano comunque di fuggire dal Paese a seguito di voci secondo cui anche quelli che non avevano un visto avrebbero avuto comunque la possibilità di salire su un aereo.
Preoccupati i messaggi della comunità internazionale occidentale che in queste ore sta organizzando il ritiro dei propri cittadini e e dei propri diplomatici, mentre non è così per quanto riguarda Russia e Cina.
Mosca ha dichiarato che non chiuderà la propria ambasciata perché i talebani le hanno fornito garanzie di sicurezza relative al personale presente, mentre Pechino ha espresso la propria disponibilità a sviluppare "relazioni amichevoli" con i talebani. Il nuovo presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha affermato che il ritiro degli Stati Uniti dovrebbe offrire un'opportunità per una pace duratura in Afghanistan.