L'appuntamento di martedì (Shark Awareness Day) è ricordato da WWF che si appella a tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo affinché agiscano per migliorare l’informazione e la consapevolezza tra i pescatori, rafforzare i controlli e assicurare un adeguato sistema di segnalazione delle catture di squali e razze, indicatori fondamentali della salute degli oceani, i cui effetti "benefici" sugli equilibri marini si estendono dalla superficie ai fondali più profondi.
A tale scopo è stato allestito il progetto M.E.C.O (Mediterranean Elasmobranch Citizen Observation), le cui prove raccolte solo negli ultimi 3 anni mostrano pescatori catturare e sbarcare illegalmente specie protette di squalo e razza, inclusi squali angelo e grandi squali bianchi, tutte a rischio di estinzione.
Oltre a questi anche i palombi, specie drammaticamente diminuite del 90% nel Mediterraneo, ma per le quali non esiste un adeguato sistema di segnalazione ufficiale. In alcuni casi, gli squali appartenenti a specie minacciate finiscono anche nei mercati locali, spacciate per pesce spada o altre specie commercialmente più pregiate.
Non ci sono paesi esenti da questa mattanza, dichiara il WWF in una nota. Sbarchi illegali di diavolo di mare (la mobula) sono registrati in Algeria, Libia, Turchia e Spagna, il grande squalo bianco, lo squalo mako e lo squalo martello finiscono nei mercati di Marocco, Tunisia, Italia e Francia nonostante siano in grave pericolo di estinzione.
Catture di specie meno conosciute – ma comunque in grave pericolo di estinzione – come l’altavela sono riportate in Grecia, Spagna, Libia e Turchia. I palombi possono essere trovati nei mercati della Croazia, ma i dati sulle loro catture sono scarsi.
Così si è espressa sull'argomento Giulia Prato, biologa marina e Officer Mare di WWF Italia: “Sapevamo che squali e razze erano pescati e sbarcati illegalmente nel Mediterraneo, ma queste segnalazioni forniscono ulteriore conferma di quanto il fenomeno sia diffuso in tutto il bacino e di come l’impatto riguardi un ampio numero di specie a rischio. È scioccante che le leggi che proteggono squali e razze del Mediterraneo vengano continuamente infrante con poche, se non nulle, conseguenze, e che gli strumenti gia’ esistenti per migliorare la gestione della pesca non siano ancora usati efficacemente. L’estinzione anche di uno di questi predatori dal nostro mare sarebbe una tragica perdita per l’intero ecosistema marino”.
Il Mediterraneo è un hotspot di biodiversità per squali e razze, con più di 80 specie diverse censite, ma oltre la metà sono minacciate e alcune rischiano di estinguersi. Nonostante la normativa proibisca lo sbarco di specie protette di squalo e razza e allenti la pressione di pesca su altre specie, il prelievo è controllato in modo molto approssimativo con divieti spesso ignorati. Regolamenti poco incisivi mirati alla conservazione delle popolazioni vulnerabili non sono per nulla efficaci, spesso neppure applicati in modo corretto a livello nazionale, e – come mostrano le testimonianze in mano del WWF- le norme in vigore vengono sistematicamente ignorate nei mercati di tutta la regione. Il risultato è che specie minacciate di squalo e razza sono catturate illegalmente, mentre per altre il sistema di reporting e gestione in atto è scarso o addirittura nullo.
Il WWF lavora in tutto il Mediterraneo con pescatori e altri soggetti interessati per migliorare la consapevolezza delle specie minacciate e sviluppare nuove strategie per evitare catture accidentali di squali e razze. Allo stesso tempo, l’associazione sta facendo pressione sui governi affinché aumentino i controlli per contrastare le attività illegali e assicurare una gestione più sostenibile delle attività di pesca che impattano sugli squali. Un'attenzione particolare è rivolta agli habitat critici, come aree di alimentazione e nursery, che, per il WWF, dovrebbero essere protette anche da attività economiche distruttive.
Schede di riconoscimento e incontri formativi hanno permesso, in Italia, di creare delle comunità interessate alla tutela degli squali.
A Monopoli il WWF, lo scorso anno, ha battezzato la comunità locale come "Shark-angel", riconoscendo l’importante ruolo dei pescatori della cittadina pugliese che rappresenta infatti una delle flotte più importanti dell’Adriatico meridionale per la pesca al pesce spada. Il WWF entro l’anno monitorerà con "tag satellitari" almeno altri 10 squali, oltre ai 3 seguiti l’anno scorso durante un mese.