di Davide Romano, giornalista - Il libro di Anna Deodato, "Vorrei risorgere dalle mie ferite. Chiesa, donne, abusi" (EDB, 2023), rappresenta una pietra miliare nell'affrontare il delicato tema degli abusi sulle donne consacrate. La seconda edizione, pubblicata recentemente, offre significativi approfondimenti, ampliando la comprensione degli abusi in direzioni nuove e più complesse.
La portata dell'abuso è ora esplorata non solo nella sfera sessuale, ma anche nelle forme di potere, coscienza e abuso spirituale. Anna Deodato, donna consacrata nella diocesi di Milano, con oltre venticinque anni di esperienza nel campo, descrive l'abuso come una dinamica di potere e supremazia, provocando ferite permanenti nelle persone vulnerabili.
L'autrice delinea le manifestazioni degli abusi nella vita consacrata, evidenziando le conseguenze devastanti sulle dimensioni psicologiche, fisiche, relazionali e spirituali. Gli abusi non sono solo di natura sessuale, ma includono anche forme di abuso di coscienza, definito come la violazione della libertà interiore di un'altra persona, e abuso spirituale, quando l'abusatore agisce a nome di Dio sfruttando la propria autorità ecclesiale.
Il libro affronta la sfida della ricostruzione dopo gli abusi, evidenziando come la memoria corporea femminile porti i segni profondi di tali esperienze traumatiche. Il percorso verso il recupero è spesso difficile, segnato da sensi di colpa, paura e vergogna, ma la parola, il pianto e il grido emergono come segnali di una progressiva consapevolezza e riscatto.
Particolare attenzione è dedicata alle abusatrici, sottolineando che le donne che abusano detengono spesso posizioni di leadership narcisista all'interno della comunità consacrata. L'autrice invoca la necessità di un intervento di rete e riflette sul ruolo cruciale delle comunità di appartenenza nel prevenire e affrontare gli abusi.
Il libro conclude con una potente riflessione sulla testimonianza, sottolineando l'importanza di esporre la verità per sensibilizzare le comunità religiose sulla gravità degli abusi e supportare le vittime nel loro cammino verso la guarigione. La speranza è che la Chiesa riconosca le proprie responsabilità, si impegni in un processo di ricostruzione e si sottoponga a una revisione generale per garantire un ambiente sicuro e rispettoso.