In attesa delle dichiarazioni dei protagonisti diretti della vicenda Grillo/Moby, per il momento dobbiamo accontentarci di ciò che hanno detto al riguardo i protagonisti indiretti, i parlamentari 5 Stelle interessati al settore trasporti. Questa la nota rilasciata al riguardo dai senatori del Movimento che fanno parte della commissione Lavori Pubblici e Trasporti in risposta all'inchiesta della procura di Milano:
"La notizia dell'indagine a carico di Grillo ci meraviglia: la magistratura farà il suo lavoro e in essa riponiamo la massima fiducia. Dal canto nostro possiamo soltanto dire che come componenti della commissione Lavori Pubblici del Senato non abbiamo mai ricevuto nessun tipo di pressione, tanto meno da lui. ...Da quando il M5S è in Parlamento, Grillo non ha mai messo bocca neanche su mezzo emendamento, né su nessun altro passaggio dei lavori in commissione. Per quanto riguarda Moby, nei confronti dell'azienda c'è stato un approccio paritetico a quello di tutte le altre realtà analoghe. Chi segue i lavori della nostra commissione sa bene che la componente del M5S non è solita lasciarsi condizionare da soggetti esterni. Noi lavoriamo soltanto guardando all'interesse dei cittadini, che poi in fondo è il motivo per cui siamo stati eletti. Lasciamo lavorare i magistrati, sicuri che Beppe riuscirà a chiarire la sua estraneità ai fatti".
I "fatti" riguardano un contratto di consulenza da 600mila euro a favore della Casaleggio Associati e altri due da 120mila euro l'uno all'anno a favore della Beppe Grillo srl stipulati tra il 2018 e il 2020 per la pubblicità sul sito beppegrillo.it. Secondo i magistrati di Milano, Onorato (Moby) ha chiesto in favore della sua compagnia marittima una serie di interventi a Beppe Grillo che, a sua volta, avrebbe veicolato a esponenti politici del suo Movimento.
Un'inchiesta, quella nei confronti di Grillo e Casaleggio, che sarebbe nata come costola dell'inchiesta Open, dove Matteo Renzi (Italia Viva) è indagato - in pratica - per gli stessi motivi e non solo in favore di Onorato.