È quasi commovente come parlamentari e promotori del (post) fascismo cerchino in ogni modo, possibile e immaginabile, per trasformare delle mancanze in ottime iniziative da parte del governo e dei suoi ministri.

Ecco così come il co-presidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, il fratello d'Italia Nicola Procaccini, cerca di ridipingere le carenze del ministro Fitto sul Pnrr

"Il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, oggi con le sue comunicazioni alla Camera sulla revisione complessiva degli investimenti e delle riforme inclusi nel PNRR, ha fatto giustizia in merito alla campagna di disinformazione condotta in questi mesi dalle opposizioni sulla linea del governo Meloni rispetto al Piano. Nel merito la scelta di riunire i Fondi di Coesione e il PNRR sotto la stessa governance si è rilevata assolutamente vincente. Inoltre, nel mio ruolo di responsabile Energia di Fratelli d’Italia, rilevo che lo spostamento di alcuni obiettivi sul Repower Eu consentirà all’Italia di garantirsi una efficienza energetica strutturale, senza dover dipendere da soluzioni emergenziali, quasi sempre esterne. In particolar modo il fatto che vi sia un piano per lo sviluppo delle energie rinnovabili dovrebbe essere apprezzato da tutti coloro che hanno sempre sostenuto di dover investire in tali energie. Di sicuro si tratta del più grande investimento mai fatto dall’Italia sulle rinnovabili. Anche questo è un altro successo del governo Meloni". 

Uno che fa dichiarazioni simili, nel caso uscisse di strada con la macchina andandosi a schiantare contro un muro, sopravvivendo, sarebbe pure capace di affermare di averlo fatto di proposito per promuovere la bellezza del paesaggio italico e, di conseguenza, il turismo, in modo da far crescere l'economia della nazione, purché governata da sua eccellenza il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Il guaio è, per i Procaccini di turno, che la realtà è un'altra, come ha dichiarato lo stesso Servizio studi parlamentare nel dossier sulla rimodulazione del Pnrr pubblicato il 31 luglio, in cui ha ricordato al ministro Fitto che le nove misure definanziate per un controvalore di 15,9 miliardi, al momento, non hanno copertura:

"Si sottolinea come il rapporto non specifichi quali saranno gli strumenti e le modalità attraverso i quali sarà mutata la fonte di finanziamento delle risorse definanziate dal Pnrr. La determinazione di tali strumenti e modalità appare opportuna soprattutto con riguardo ai progetti che si trovano in stadio più avanzato, in ragione dei rischi di rallentamenti o incertezze attuative che potrebbero conseguire al mutamento del regime giuridico e finanziario e del sistema di rendicontazione cui tali misure sarebbero sottoposte. Tale determinazione appare fondamentale, inoltre, al fine di verificare che le fonti alternative di finanziamento dispongano di una adeguata dotazione di competenza e di cassa nell’ambito del bilancio dello Stato".

Ma Fitto non demorde:

"Gli interventi previsti all'interno del Pnrr vanno avanti regolarmente. Non c'è nessuna interruzione rispetto a tutto ciò che è previsto. Le nuove misure individuate non saranno oggetto di definanziamento, andranno avanti regolarmente".

E come il governo garantirà il finanziamento per tutti gli interventi definanziati, in special modo ai comuni?

"Sarà oggetto di un confronto con l'Ue".

In pratica non lo sa neppure lui... e nonostante ciò Fitto è soddisfattissimo del lavoro svolto!