Queste alcune le dichiarazioni delle opposizioni che mercoledì hanno aperto i lavori nell'Aula della Camera.

MARCO GRIMALDI (AVS). "Ieri sera è atterrato a Tripoli un aereo di Stato, un aereo dei Servizi italiani, che ha riportato Al-Masri, un torturatore accolto tra gli applausi e una gran festa nella sua terra. Basterebbero queste parole per chiedere non solo un'informativa urgente a Giorgia Meloni, ma anche le dimissioni del Ministro Nordio. Lo chiediamo perché vogliamo capire se siamo usciti dalla Corte penale internazionale. Non abbiamo fatto in tempo a depositare un'interrogazione, proprio ieri, a prima firma Fratoianni, per chiedere quale fosse il contesto, per chiedere come mai, fermato dagli investigatori della DIGOS nel corso di un controllo di routine, un uomo con un mandato di arresto internazionale fosse, così, in giro, liberamente, nel nostro Paese, dentro un grande stadio, a guardare una partita.

Non abbiamo fatto in tempo a fare i complimenti alle nostre Forze dell'ordine, alla questura di Torino, alla DIGOS, ma questa volta no, questa volta hanno sbagliato. Unico caso in cui le Forze dell'ordine hanno sbagliato: solo in questo caso. Il Governo Meloni non convalida l'arresto. Come? C'è un errore procedurale, dice il Ministro Nordio: dovevo essere informato.

Peccato che l'aereo messo a disposizione dai Servizi - lo dico nell'imbarazzo di Crosetto che giustamente si mette le mani alla testa - era fermo lì dal mattino. È partito ieri sera; ieri in tardo pomeriggio Nordio ha deciso, ma l'aereo era già pronto lì, in partenza. Il signore non viene quindi consegnato alle autorità internazionali, no. Quindi, il Governo Meloni viola un mandato della Corte e si macchia di collaborazionismo, vogliamo usare le parole giuste, anche perché l'ammissione poi è arrivata. Figura troppo importante per Tripoli e forse anche per Washington. La verità è che il Governo libico avrà subito intimato di liberarlo. Vogliamo sentire le vostre ricostruzioni, vogliamo sapere cosa è successo in quelle ore. Lo avete fatto in ossequio di un memorandum? Lo avete fatto per la cosiddetta esternalizzazione delle frontiere?

Le cose che sono sulle spalle di quell'uomo sono gravissime. Le accuse sono davvero gravissime. Parliamo di collaborazionismo, perché la Polizia giudiziaria - di fatto la Gestapo libica - esprime sincera gratitudine; di quella Polizia giudiziaria Al-Masri è il capo ed è responsabile del centro di torture di Mitiga; un bel Garage Olimpo dei nostri giorni per oppositori politici e moltissimi migranti.

L'accusa è di crimini di guerra e torture: 13 anni di reati, poi il mandato della Corte penale internazionale; da scontare una condanna all'ergastolo per crimini di guerra e contro l'umanità.

Non è possibile che la Presidente del Consiglio non fosse informata dei fatti. Non è possibile che il Sottosegretario Mantovano non abbia orchestrato dall'inizio alla fine questa operazione per liberare un torturatore, un criminale di guerra, uno che si è macchiato di crimini, di violenze sessuali verso centinaia e centinaia di persone.

Fateci capire: siamo usciti dalla Corte penale internazionale? Vogliamo essere isolati dal mondo civile? Per far cosa? Per continuare i nostri porci e sporchi comodi con la Libia? Fateci capire, vogliamo spiegazioni e le vogliamo oggi".


BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA): "Mi dispiace per il Ministro Crosetto, ma quanto accaduto ieri è di una gravità assoluta. Non ripercorro i temi elaborati dai colleghi, che sottoscrivo, sulla gravità di quanto accaduto rispetto a un personaggio indifendibile. Io credo che il Governo debba immediatamente chiarire una cosa: chi è che ha assicurato al generale Al-Masri di poter venire indisturbato in Italia, nonostante il mandato di cattura della Corte penale internazionale? Con quali coperture è entrato in Italia, è andato allo stadio? Questo è assurdo, è da Paese a sovranità limitata.

Noi dobbiamo sapere chi ha autorizzato questo ingresso e chi ha fornito le guarentigie, perché questo ha determinato una figura insostenibile per quel che riguarda la certezza dello stato di diritto in Italia. Non è semplicemente accettabile. Come è stato detto da un collega, avete de facto tolto l'Italia dalla Corte penale internazionale.

Qui non si tratta di discutere di un Capo di Stato; qui si tratta di discutere di un generale accusato di crimini contro l'umanità, di crimini contro i diritti umani terribili. Noi gli abbiamo dato prima l'assicurazione che poteva andarsi tranquillamente a vedere la partita, immagino Juve-Milan, dopodiché, nel momento in cui casualmente, sembra, scatta un controllo e il sacrosanto arresto, ma con quale faccia lo rimandiamo indietro? Quindi, credo sia doveroso che il Governo italiano venga e spieghi e, date le circostanze, dovrebbe spiegare anche quello che forse riteneva di non dover mai spiegare ad alcuno".

CHIARA APPENDINO (M5S): "Anche noi, come MoVimento 5 Stelle, ci uniamo a questa richiesta, perché la Presidente Meloni - che, ormai abbiamo capito, continua a nascondersi in varie parti del mondo, che non vuole metterci la faccia su quello che accade - deve venire qui, deve venire qui lei personalmente e dirci che cosa è accaduto, perché il fatto non è grave, è gravissimo. Allora deve spiegare, non al MoVimento 5 Stelle, ma agli italiani che stanno fuori, perché è stato liberato un torturatore. La Presidente Meloni ci deve spiegare perché è stato rimandato con un volo di Stato, gli onori, insomma, gli diamo a quest'uomo, perché?

Io non riesco a credere che sia un errore, io non riesco a credere che Nordio non sapesse, io non riesco a credere che l'apparato di Stato, nelle sue forme, non fosse informato e allora le possibilità sono due, non ce n'è una terza: o è stato un errore - ed è grave che un Governo tratti una questione di questo tipo facendo errori così gravi - oppure - cosa che io penso - c'è la volontà politica, c'è la volontà politica di dare l'ennesimo messaggio di impunità e di immunità a un criminale di guerra. E questa cosa l'abbiamo già vista, perché è lo stesso atteggiamento con cui questo Governo non ha avuto il coraggio, mai una volta, di dire le cose come stanno, ad esempio, di Netanyahu, che è, sì, un criminale di guerra.

Presidente, noi vogliamo la Presidente Meloni qui, noi vogliamo un Governo che non sia complice dei criminali, ma che sta dalla parte del popolo, ed è su questo che chiediamo chiarezza, ed è su questo che vogliamo chiarimenti per quanto è accaduto ieri, perché c'è l'immagine dell'Italia a fianco di un criminale di guerra, al suo fianco anziché a fianco del popolo".


Nel pomeriggio, il ministro Nordio si è recato alla Camera per fare un rapporto sull'amministrazione della giustizia, ma della liberazione di un criminale inseguito da un mandato di arresto della CPI non ne ha parlato. E nulla ha detto come un criminale inseguito da un mandato di arresto abbia potuto entrare liberamente in Italia senza essere arrestato alla frontiera.

Nell'elenco delle assurdità vi è la liberazione per vizio di forma. Ma allora, come dovrebbe essere arrestato un criminale libico? Il Governo Meloni non lo ha spiegato. Inoltre, il vizio di forma non ha cancellato le accuse e il mandato di arresto, per cui non si capisce perché il vizio di forma non potesse essere sanato con un secondo arresto! E che c'entra poi il vizio di forma con l'aver riportato in Libia un criminale con un volo di Stato? Nessuna spiegazione... neanche in questo caso.

Ma Meloni, i suoi ministri, i parlamentari della sua maggioranza e i propagandisti travestiti da giornalisti che vivono solo per giustificarne le innumerevoli porcate... pensano veramente che gli italiani siano tutti completamente cretini o rincretiniti? Pensano così di potersi giustificare con il "me ne frego" del ventennio fascista?


Ma la "scodinzolante premier de noantri", la signora Giorgia Meloni adesso deve però dare spiegazioni al Parlamento, agli italiani e, soprattutto, anche alla Corte Penale Internazionale che nella nota seguente ha smaccatamente sbugiardato l'assurda ricostruzione fatta dal governo del mancato arresto di Osama Elmasry Njeem

"Il 18 gennaio 2025, la Camera preliminare I della Corte penale internazionale ("CPI" o "la Corte"), a maggioranza, ha emesso un mandato di arresto per il signor Osama Elmasry Njeem, noto anche come Osama Almasri Njeem, nella situazione in Libia.

Il signor Osama Elmasry Njeem, presumibilmente a capo delle strutture carcerarie di Tripoli, dove migliaia di persone sono state detenute per periodi prolungati, è sospettato di crimini contro l'umanità e crimini di guerra, tra cui omicidio, tortura, stupro e violenza sessuale, presumibilmente commessi in Libia da febbraio 2015 in poi.

Nello specifico, il mandato di arresto per il signor Osama Elmasry Njeem elenca i crimini di guerra di oltraggi alla dignità personale ai sensi dell'articolo 8(2)(c)(ii) dello Statuto; del crimine di guerra di trattamento crudele ai sensi dell'articolo 8(2)(c)(i) dello Statuto; del crimine di guerra di tortura ai sensi dell'articolo 8(2)(c)(i) dello Statuto; dei crimini di guerra di stupro e violenza sessuale ai sensi dell'articolo 8(2)(e)(vi) dello Statuto; e del crimine di guerra di omicidio ai sensi dell'articolo 8(2)(c)(i) dello Statuto, commessi nella prigione di Mitiga dal 15 febbraio 2015 in poi e per i crimini contro l'umanità di reclusione ai sensi dell'articolo 7(1)(e) dello Statuto; del crimine contro l'umanità di tortura ai sensi dell'articolo 7(1)(f) dello Statuto; dei crimini contro l'umanità di stupro e violenza sessuale ai sensi dell'articolo 7(1)(g) dello Statuto; del crimine contro l'umanità di omicidio ai sensi dell'articolo 7(1)(a) dello Statuto; e del crimine contro l'umanità di persecuzione ai sensi dell'articolo 7(1)(h) dello Statuto commessi nella prigione di Mitiga dal 15 febbraio 2015 in poi.

La Camera ha ritenuto che i crimini indicati nel mandato sono stati commessi personalmente dal signor Njeem, su suo ordine o con la sua assistenza da membri delle Forze di deterrenza speciali, note anche colloquialmente come RADA (le "SDF/RADA"). I crimini hanno avuto luogo nella prigione di Mitiga, contro persone incarcerate per motivi religiosi (come essere cristiani o atei); per le loro presunte violazioni dell'ideologia religiosa delle SDF/RADA (ad esempio, sospettate di "comportamento immorale" e omosessualità); per il loro presunto sostegno o affiliazione ad altri gruppi armati; a scopo di coercizione; o una combinazione di questi.

Nello stesso giorno, la Cancelleria della CPI, agendo in consultazione e coordinamento con l'Ufficio del Procuratore e sotto l'autorità della Camera, ha presentato una richiesta di arresto del sospettato a sei Stati Parte, tra cui la Repubblica Italiana. La richiesta della Corte è stata trasmessa attraverso i canali designati da ciascuno Stato ed è stata preceduta da una consultazione preventiva e da un coordinamento con ciascuno Stato per garantire l'adeguata ricezione e l'ulteriore attuazione della richiesta della Corte. La Corte ha inoltre trasmesso informazioni in tempo reale indicanti la possibile ubicazione e i possibili spostamenti del sospettato attraverso la zona Schengen europea. Parallelamente, come previsto dallo Statuto, la Corte ha inoltrato una richiesta all'INTERPOL di emettere un Avviso Rosso .

Il sospettato è stato localizzato a Torino, Italia, nelle prime ore di domenica 19 gennaio 2025 ed è stato arrestato con successo dalle autorità italiane. Il sospettato è stato trattenuto in custodia in attesa del completamento delle procedure nazionali richieste relative al suo arresto e alla sua consegna alla Corte.

Su richiesta e nel pieno rispetto delle autorità italiane, la Corte si è deliberatamente astenuta dal commentare pubblicamente l'arresto del sospettato.

Allo stesso tempo, la Corte ha continuato a perseguire il suo impegno con le autorità italiane per garantire l'effettiva esecuzione di tutti i passaggi richiesti dallo Statuto di Roma per l'attuazione della richiesta della Corte. In questo contesto, la Cancelleria ha anche ricordato alle autorità italiane che nel caso in cui individuassero problemi che potrebbero impedire o impedire l'esecuzione della presente richiesta di cooperazione, dovrebbero consultare la Corte senza indugio al fine di risolvere la questione.

Il 21 gennaio 2025, senza preavviso o consultazione con la Corte, il signor Osama Elmasry Njeem sarebbe stato rilasciato dalla custodia e riportato in Libia. La Corte sta cercando, e deve ancora ottenere, una verifica dalle autorità sui passi presumibilmente intrapresi.

La Corte ricorda il dovere di tutti gli Stati Parti di cooperare pienamente con la Corte nelle sue indagini e nei suoi procedimenti penali in materia di reati.

Contesto: La situazione in Libia è stata deferita al Procuratore della CPI dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella sua risoluzione 1970 del 26 febbraio 2011. Il 3 marzo 2011, il Procuratore ha annunciato la decisione di aprire un'indagine sulla situazione in Libia. Altri sette mandati di arresto della CPI sono ancora in sospeso nel contesto di questa situazione contro il signor Abdurahem Khalefa Abdurahem Elshgagi, il signor Makhlouf Makhlouf Arhoumah Doumah, il signor Nasser Muhammad Muftah Daou, il signor Mohamed Mohamed Al Salheen Salmi, il signor Abdelbari Ayyad Ramadan Al Shaqaqi, il signor Fathi Faraj Mohamed Salim Al Zinkal e il signor Saif Al-Islam Gheddafi".


In pratica, il comunicato della Corte Penale internazionale ha smentito l'assurda ricostruzione con cui il governo Meloni ha pietosamente cercato di mascherare la liberazione di un criminale, rendensosene al tempo stesso complice, oltre a violare lo Statuto di Roma. Nei Paesi "normali", chi governa si dimette e va a casa per molto meno.