Tutti i media hanno riportato la seguente frase del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita a Sofia, come risposta alle dichiarazioni rilasciate dall'ambasciatore USA John Phillips affinché gli italiani votino sì al prossimo referendum costituzionale: «Dobbiamo vivere serenamente il referendum, come ogni passaggio democratico. Il mondo si è molto interconnesso: quindi ogni avvenimento che avviene in un paese importante, e l'Italia è un paese importante, è seguito con attenzione anche all'estero. Naturalmente questa considerazione non muta in nulla il fatto che la sovranità sia demandata agli elettori».

In realtà, tale dichiarazione non ha nulla che fare con l'ufficialità, ma solo con la banalità cui ormai il presidente Mattarella ci ha abituato, peraltro seguendo, per onestà va riconosciuto, più o meno la stessa via dei suoi predecessori. Infatti, avendo la pazienza di verificare sul sito del Quirinale le dichiarazioni rilasciate questa mattina da Mattarella parlando con i giornalisti, quanto da lui detto sulla vicenda Phillips non è stato incluso. Tali dichiarazioni sono però registrate nel video seguente.


Mattarella doveva aprire un caso internazionale? Probabilmente sì, perché in quanto dichiarato dal presidente Phillips più che l'augurio di successo per una linea politica intrapresa da un Governo, vi è chiara la minaccia del ricatto. O fate quel che piace a noi oppure ci saranno ritorsioni.

E poiché le istituzioni non hanno alzato la voce, la fiera continua. Così, se ieri sono stati gli americani a parlare pro referendum e pro Renzi, oggi è stata la volta dei tedeschi che, avendo una tradizione culturale più sviluppata di quella statunitense, hanno articolato il concetto in maniera meno diretta.

Così, il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert interrogato su quanto aveva dichiarato ieri l'ambasciatore Usa a Roma  ha  detto: «Ovviamente non spetta al governo tedesco esprimersi su referendum che si tengono in altri Paesi. Come tedeschi abbiamo un forte interesse per un'Italia prospera economicamente, che possa essere una forte parte dell'Europa. Per questo, come governo federale, appoggiamo le riforme che il presidente del Consiglio Renzi ha avviato in questa direzione, ad esempio nel mercato del lavoro. In questo ambito nell'ultimo incontro con Renzi a Maranello, la cancelliera ha detto che lo appoggia nelle sue diverse attività di politica interna. Di più, su questo, non vorrei dire».

A questo punto, nei prossimi giorni non dovremo stupirci se fioccheranno le dichiarazioni a favore di Renzi e del suo referendum da parte degli altri paesi dell'Unione, da parte della Russia, della Cina dei paesi arabi, di quelli africani... insomma di tutti i paesi della terra. In Italia, dunque, ci verrà detto, ricordato, imposto che dobbiamo votare Sì... in fondo, è il mondo che ce lo chiede.

Nel frattempo, nessuno ci ha spiegato però in termini pratici come questo referendum, nel caso consenta di approvare la nuova Costituzione, possa cambiare in meglio le sorti del paese, considerando che le riforme di cui molti leader stranieri si compiacciono sono state fatte grazie all'attuale Costituzione.

Ma anche questi, par di capire, sono i misteri della politica, o come direbbero quelli come Renzi, della politica alta cui i cittadini non possono aspirare, che i cittadini non possono comprendere.