I due (post) camerati che rappresentano Meloni a Bruxelles - il co-presidente dei conservatori al Parlamento europeo, Nicola Procaccini, e il capodelegazione di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza - hanno commentato così il nuovo accordo sui migranti dell'Unione europea che verrà presentato ufficialmente nel prossimo Consiglio (informale) dell'Ue che prenderà il via domani. 

“Il ritiro dell'emendamento proposto dalla Germania ha consentito di sbloccare la trattativa sui migranti e ha confermato che la sfida dell'immigrazione va affrontata senza radicalismi ideologici. La priorità deve essere quella indicata dal governo italiano, cioè lotta ai trafficanti di esseri umani. L'Europa deve porsi nelle condizioni di poter governare l'immigrazione, senza esserne schiacciata, e decidere chi può entrare o no attraverso i propri confini. Esce sconfitta la linea delle sinistre europee che continuano a mostrarsi al di fuori della realtà, predicando un'accoglienza senza limiti che favorisce i trafficanti e le tragedie in mare”.

Nell'emendamento presentato dalla Germania alcuni giorni fa durante una riunione dei ministri dell'Interno Ue era scritto che

"le operazioni di aiuto umanitario secondo gli standard europei non possono esser considerati come strumentalizzazione dei migranti laddove non vi sia l'obiettivo di destabilizzare l'Unione o gli Stati membri".

Adesso il testo è stato modificato con una formulazione che non avrebbe valenza giuridica alcuna, in cui si afferma che

"le operazioni di aiuto umanitario non dovrebbero esser considerate come strumentalizzazione".

Con il nuovo testo, in caso di crisi, i 27 Paesi dell'Ue saranno obbligati ad accogliere una quota di migranti e, nel caso in cui si dovessero opporre, allora saranno obbligati a pagare.

Da aggiungere però che l'Italia, a dispetto di quanto Meloni e i suoi pretoriani avevano cercato di fare, nell'accordo non è riuscita a modificare il principio che, anche in caso di crisi, il Paese di primo approdo resta comunque responsabile del migrante irregolare.

Ad approvare definitivamente il regolamento dovrà poi essere il Parlamento europeo e avrà tempo per farlo fino al prossimo febbraio, perché a marzo verrà sciolto in vista delle elezioni per il suo rinnovo, che si terranno a giugno.

Questo è il commento di Amnesty International su quanto è stato pattuito:

A seguito dell'ultima riunione del Consiglio giustizia e affari interni dell'Unione europea della scorsa settimana, i rappresentanti degli Stati membri hanno oggi raggiunto un accordo sul Regolamento riguardante le situazioni di crisi e di forza maggiore, su cui si avvieranno negoziati con il Parlamento europeo. L'accordo riguarda in particolare come far fronte all'improvviso aumento degli arrivi alle frontiere europee, nonché i casi di presunta “strumentalizzazione” dei migranti, e permetterebbe agli Stati membri dell'Unione europea di adottare misure diverse dagli standard comuni per l'asilo e l'accoglienza.Eve Geddie, direttrice dell'ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee, ha dichiarato:“Le persone che arrivano alle frontiere europee devono poter cercare asilo, avere la loro richiesta esaminata in modo equo ed essere accolte con dignità. Questo accordo rischia di causare blocchi e arresti e di mettere le persone in condizione di bisogno lungo le frontiere europee, senza apportare alcun miglioramento alla tutela dei richiedenti asilo nell'Unione europea. Negare diritti alle persone in cerca di asilo è pericoloso. È una risposta sproporzionata a situazioni che potrebbero essere perfettamente gestite secondo le regole vigenti”.“L'accordo di oggi segna anche un ulteriore passo nelle trattative riguardanti un pacchetto più ampio di riforme sull'asilo dell'Unione europea. La fretta di raggiungere un accordo non deve mettere in un angolo i diritti umani. Nel corso dei prossimi mesi di trattative, ci auguriamo che tutte le istituzioni dell'Unione europea agiscano affinché i diritti umani siano garantiti”, ha concluso Geddie.L'accordo odierno potrebbe consentire agli Stati membri dell'Unione Europea di ritardare la registrazione dei richiedenti asilo, indirizzare un numero crescente di persone verso procedure d'asilo di livello inferiore alle frontiere ed estendere la detenzione in prossimità dei confini.Amnesty International ha documentato gravi violazioni dei diritti umani derivanti da tali politiche, tra cui l'uso della detenzione arbitraria e la negazione dell'accesso all'asilo in Polonia, Lettonia e Lituania dal 2021.Se adottato, questo Regolamento di crisi normalizzerà ulteriormente l'uso di misure d'emergenza per fronteggiare gli arrivi in Europa. Ciò indebolirebbe la coerenza del sistema europeo d'asilo, senza evitare la comparsa di situazioni di “crisi” in futuro. Amnesty International ha ripetutamente lanciato l'allarme sul Regolamento riguardante le situazioni di crisi e di forza maggiore, presentato dalla Commissione europea nel settembre 2020, insieme al Regolamento sulla “strumentalizzazione”, proposto nel dicembre 2021 e incluso in tale proposta legislativa.Le istituzioni mirano a trovare un accordo su questa e su altre questioni del Patto su migrazione e asilo entro la fine dell'anno o all'inizio del 2024.Amnesty International chiede a tutte le istituzioni di non adottare ulteriori misure eccezionali nella legislazione dell'Unione europea, che minacciano i diritti umani fondamentali. La nozione di “strumentalizzazione” dei migranti, ovvero le azioni di stati terzi o attori non statali per agevolare gli arrivi nell'Unione europea, deve essere fermamente respinta e non può giustificare ulteriori deroghe.