Erano molti più di cinquantamila - a simboleggiare le vittime di Gaza - i lenzuoli bianchi che hanno sventolato dalle finestre e ricoperto le piazze in tutta Italia. Una protesta simbolica, potente, voluta da intellettuali, scrittori e giornalisti, per ricordare le vittime palestinesi dell'occupazione israeliana che da quasi 600 giorni devasta la Striscia. È il seguito dell'appello lanciato il 9 maggio scorso, nella Giornata dell'Europa: "L'ultimo giorno di Gaza". Ma quel giorno non è ancora arrivato. E la mobilitazione continua.
«Dobbiamo continuare ad affermare la lingua della denuncia e della richiesta di giustizia», recita il comunicato degli organizzatori. Il lenzuolo bianco, simbolo di lutto e pietà, diventa atto politico: un grido silenzioso contro la strage. È un invito a non restare indifferenti, a trasformare l'orrore in impegno civile. Un gesto semplice e visibile che chiede una sola cosa: fermare il massacro.
A Roma, in piazza Vittorio Emanuele, i sudari sono stati stesi a terra. I manifestanti si sono sdraiati su di essi, trasformando la piazza in una distesa di corpi simbolici. La giornalista e scrittrice Paola Caridi ha letto l'ultima poesia del poeta palestinese Refat Alareer, ucciso in un bombardamento israeliano nel dicembre 2023: «Se dovessi morire, tu devi vivere, per raccontare la mia storia». È la memoria che si fa resistenza, parola che si fa arma.
«Non possiamo sostenere un genocidio a Gaza. Questa iniziativa dà voce a un sentimento che era rimasto sussulto, vergogna silenziosa», ha spiegato Caridi. «Ed è anche pressione concreta sui governi: perché si attivino sanzioni, perché la giustizia internazionale faccia il suo corso».
Non solo nella Capitale. In decine di città italiane, il bianco dei sudari ha colorato l'indignazione: Milano, con piazza Castello riempita di corpi avvolti nel silenzio; Palermo, con un flash mob in piazza Politeama; l'Elba, dove le lenzuola hanno ricoperto le spiagge; Sesto Fiorentino, con un corteo sostenuto da oltre 90 realtà associative. Qui è intervenuta anche Micaela Frulli, docente di diritto internazionale, che ha sottolineato la necessità di un'azione legale contro i crimini in corso.
Accanto agli attivisti anche storiche organizzazioni italiane come Anpi, Arci e Cgil. Il sindacato ha esposto sudari bianchi dai balconi delle proprie sedi in tutto il Paese.
Hanno aderito anche 200 Comuni: da Roma a Firenze, da Padova a Vicenza. A Milano, l'Università Statale ha partecipato, e il Comune ha esposto i sudari da Palazzo Marino. Ma la scelta non è piaciuta a tutti.
Anche la statua del Pasquino, da secoli cassa di risonanza satirica del malcontento popolare, ha parlato: «Chi vede er massacro ‘n Palestina e nun dice gnente, non venga a dimme d'esse umano, che è indecente». Un linguaggio diretto, duro, che non si nasconde dietro la diplomazia. È il riflesso di un paese – di una larga parte di esso – che non vuole più tacere... al contrario di un governo Meloni vergognosamente complice dei crimini dello Stato ebraico.
Questo il commento alla manifestazione di Paola Caridi:
"Ieri è successo questo. E per questo vi ringraziamo. Noi, e il 'noi' è un piccolo gruppo di persone, e i nostri nomi: Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tomaso Montanari, Francesco Pallante, Evelina Santangelo. Un piccolo gruppo che ha pensato di ritagliare uno spazio pubblico di parola, spazio libero: Abbiamo scritto una lettera, l'abbiamo condivisa online. L'avete presa, e avete deciso di avere parola. Ieri è proprio successo questo: i sudari sono stati la vostra voce.Noi non riusciamo più a capire quanti, a seguire il filo dei teli bianchi, a contare il numero di flash mob e incontri che avete organizzato. Instagram ci ha limitato la condivisione delle storie: così che non riusciamo (se non dai nostri profili personali) a dare contezza e conto della miriade di lenzuoli mostrati ovunque, in tutta l'Italia. Da Torre Pellice a Sciacca (dove è stata scattata l'immagine in alto, proprio di fronte al Mediterraneo, lo stesso mare di Gaza).Non riusciamo neanche ad avere una precisa contezza del numero dei comuni - di certo oltre 200 - che hanno aderito mettendo un sudario sulla facciata del Palazzo di Città. Le grandi città e le tante medie città e i paesi e le cittadine: il mosaico che innerva l'Italia, i corpi istituzionali intermedi che - quando sono capaci - intercettano il sentire delle persone prossime. Ascoltano il sussurro, ora divenuto voce.Non ci fermiamo. Finché non fermano la strage: finché i decisori non fermano il genocidio che Israele sta compiendo a Gaza. A chiedercelo sono i 50000 sudari di Gaza, forse centomila, a cui dobbiamo aggiungere i sudari per i nove figli della dottoressa Alaa al Najjar, pediatra, uccisi nel bombardamento della loro casa, mentre lei si trovava nell’ospedale che poi ne ha accolto i corpi, e l’unico figlio sopravvissuto. Sono le loro biografie, i corpi che non siamo riusciti a salvare, a chiedercelo. A ognuna e ognuno di noi.Grazie, per averci detto che non possiamo più rimanere soli di fronte a tanto strazio, e alla nostra morte per mancanza di umanità".