Il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha inaugurato con un suo messaggio l'annuale appuntamento del Forum Ambrosetti, che quest'anno ha raggiunto la 44esima edizione.

Titolandosi il forum The European House, le parole di Mattarella non potevano non avere un respiro europeo, anche in funzione delle elezioni con cui il prossimo anno verrà rinnovato il Parlamento dell'Unione.

Mattarella ha parlato della necessità da parte delle istitituzioni europee di "rispondere tempestivamente alle aspettative dei cittadini", tramite "un coerente sforzo e concorso collettivi, che sappia durevolmente legittimare la ragion d'essere profonda dell’appartenenza all'Unione, che va ben oltre la semplice partita del dare/avere".

E per raggiungere tale obbiettivo "occorrono ambizioni all'altezza dei tempi e delle sfide, a partire dal rafforzamento di progetti fondamentali dell’integrazione, come l'Eurozona, alle questioni della politica estera e di difesa, al potenziamento delle politiche di coesione e crescita, con strumenti che consentano di gestire con efficace solidarietà le trasformazioni produttive e le sofferenze sociali, alla predisposizione di regole che sappiano affrontare in modo adeguato la questione migratoria".

Solo in questo modo è possibile dar vita ad "una casa comune solida e ben gestita" che "costituisce il più efficace antidoto contro antistoriche spinte dissociative".

Per questo Mattarella ha poi ricordato che se "i governi hanno l'onere di contribuire con atteggiamenti e proposte costruttive a garantire il miglior funzionamento dell’Unione, aggiornandone le priorità, [...] le istituzioni europee e nazionali debbono lavorare insieme per rispondere alle esigenze di cittadini e soggetti economici e sociali, garantendo libertà in un mondo aperto e, allo stesso tempo, coesione e solidarietà, presupposti per proseguire il cammino di pace, democrazia e sviluppo assicurato dall'integrazione del continente in questi sessanta anni, estendendolo, auspicabilmente, oltre i suoi confini."

Volendo riassumere - seppure in maniera tranchant - le parole di Mattarella, si può dire che il capo dello Stato si sia rivolto all'Europa per ricordare che se vuole eliminare l'affermarsi di spinte populiste e neofasciste deve rivedere i suoi piani ed essere più collegiale e meno "tedesca".

Un appello, quello di Mattarella, non casuale, perché tra pochi giorni, il 12 settembre, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker è chiamato a pronunciare l'annuale discorso sullo stato dell'Unione. In quell'occasione - il discorso sullo stato dell'Unione fu creato con il trattato di Lisbona entrato in vigore il 1° dicembre 2009 sullo stile di quello americano – il presidente della Commissione europea fa il punto sulla situazione dell’Unione, riepilogando sfide, ostacoli, successi e progetti per l'anno a venire.

Per Juncker, il discorso del 12 settembre che si terrà a Strasburgo durante la plenaria dell’Eurocamera sarà con ogni probabilità il penultimo del suo mandato che scadrà a fine ottobre 2019.

Nel discorso della prossima settimana – che la Commissione ha preparato collegialmente con un "ritiro" di due giorni a fine agosto a Genval – Juncker farà probabilmente anche riferimento ai temi attuali della politica europea: gestione delle migrazioni, Libia, Siria, frontiere, sicurezza e difesa comune, Brexit, economia e lavoro...

Lo scorso anno Juncker indicò cinque punti di azione: affrontare il tema delle migrazioni in chiave solidale "senza lasciare soli i Paesi più esposti; rafforzare il commercio europeo; rafforzare il settore industriale "rendendolo ancora più competitivo e sostenibile"; "essere all'avanguardia nella lotta contro il cambiamento climatico riducendo le emissioni"; proteggere gli europei nell'era digitale con maggiore sicurezza in internet.

In quell'occasione il presidente della Commissione ringraziò l'Italia "per aver salvato nel Mediterraneo l'onore dell'Europa", riconoscendo che "non tutti i Paesi danno eguale prova di solidarietà", lasciando il maggior peso delle migrazioni su Italia e Grecia.

Nonostante quanto ammesso dallo stesso Juncker 12 mesi fa, l'Europa non pare abbia fatto passi avanti per venire incontro al richiamo del presidente della Commissione. In compenso, molti passi in avanti li hanno fatti i leader dei partiti populisti e di estrema destra che hanno sfruttato il problema migratorio in chiave elettorale.

Quindi, sarà importante sentire che cosa Juncker dirà la prossima settimana e se terrà conto delle parole di Mattarella, non certo pronunciate senza pensare anche al prossimo appuntamento relativo all'annuale discorso sullo stato dell'Unione.