Erano decine di migliaia, 200mila secondo gli organizzatori, coloro che a Roma sabato 7 ottobre hanno partecipato alla manifestazione "La Via Maestra, insieme per la Costituzione", organizzata dalla Cgil in collaborazione con più di cento associazioni, che a loro volta hanno  raccolto altrettante realtà della società civile.

Per il lavoro, contro la precarietà, per il contrasto alla povertà, contro tutte le guerre e per la pace, per l’aumento dei salari e delle pensioni, per la sanità e la scuola pubblica, per la tutela dell’ambiente, per la difesa e l’attuazione della Costituzione contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare i temi per i quali i manifestanti, dopo aver sfilato per le vie della capitale, si sono riuniti a Piazza San Giovanni per ascoltare dal palco i vari interventi e, in particolar modo, quello conclusivo di Maurizio Landini.

Questo è ciò che ha detto ai presenti  il segretario della Cgil (fonte: collettiva.it):

“Siamo qui nelle nostre diversità, ma sono diversità che, anziché dividerci, ci uniscono ancora di più. Perché siamo noi che questo paese lo vogliamo tenere insieme. ... Siamo quelli che lavorando tengono in vita questo Paese o quelli che, se sono in pensione, lo hanno fatto per 40 anni pagando i contributi e contribuendo mandarlo avanti questo Paese.  ...Siamo quelli che credono nella giustizia, e nella lotta allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Ed essere qui, in questa piazza, è per dire che è il momento di uscire dalla rassegnazione, dall’idea che le cose non si possono cambiare. E invece lo si può e deve fare (non pensiamo di avere solo diritti ma anche doveri) nel segno della via maestra della Costituzione, figlia della cultura cattolica, socialista, comunista e di giustizia e libertà che insieme hanno costruito la democrazia, sconfiggendo fascismo e nazismo. ...La nostra Carta parla di cose precise: del diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione, a un salario dignitoso, a un fisco progressivo, all’autonoma della magistratura, alla libertà dell’informazione. ...La Costituzione parla di pace e non di guerra. ... Abbiamo manifestato il 5 novembre scorso, per condannare l’invasione dell’Ucraina, ma per dire anche che bisogna fare in modo che la guerra non torni a essere strumento di regolazione dei conflitti e per questo la politica, gli Stati devono muoversi. ... Perché sono anche le persone a subire i danni atroci della guerra. ...La nostra oggi è una società che mette tutti in competizione, gli uni contro gli altri. Questo ha determinato un aumento delle diseguaglianze senza precedenti, concentrando la ricchezza in mano a pochi, mettendo i lavoratori l'uno contro l'altro, i precari gli uno contro gli altri, gli italiani contro gli stranieri. ... C'è chi si può curare e chi no, chi può studiare e chi no, chi lavora e chi no. Ecco allora cosa vogliamo fare con questa giornata: non siamo qui per protestare, ma per cambiare la situazione. ...Non è un problema delle donne, è un problema della cultura di noi uomini: dobbiamo avere l'umiltà di capire ed essere disponibili a cambiare. È anche la cultura della guerra che genera violenza nei rapporti tra le persone. ...Con la Via Maestra non finisce la lotta per l'applicazione della Costituzione, ma comincia. Inizia un'azione in ogni territorio, luogo per luogo, in cui il diritto al lavoro, alla casa, all'istruzione vengono praticati nel concreto. Dobbiamo tornare a costruire una comunità. Ricordiamoci che la vera solidarietà non si fa tra uguali, si fa se qualcuno che sta meglio si batte per chi sta peggio. Noi vogliamo ricostruire la solidarietà sociale tra le persone. ...Il vero nemico non è lo straniero, non è quello accanto a me assunto a termine, ma è chi ci sfrutta: chi fa le politiche, chi deve cambiare le leggi e non lo fa. Anche questo governo, che dopo un anno va nella direzione di manomettere la Costituzione. ...Non c'è bisogno di aumentare le divisioni con l'autonomia differenziata. Invece di cambiare, il governo ha aumentato i voucher e liberalizzato i contratti a termine. Ha liberalizzato anche i subappalti, una porcheria che non dobbiamo smettere di denunciare, perché nei luoghi di lavoro le imprese si sono riorganizzate con subappalti e finte cooperative. In questo modo le persone che fanno lo stesso lavoro non hanno più gli stessi diritti: questo ha determinato una competizione a ribasso con pezzi del mercato che sono in mano alla malavita. Combattiamo i subappalti. ...Bisogna introdurre un salario minimo per legge, sotto il quale nessun lavoratore può essere pagato. Cinque o sei euro l'ora è una paga da fame, inaccettabile. ...Non si può negare l'esistenza della crisi climatica, come fa il governo, non si può rimandare il tempo delle scelte. I cittadini delle zone alluvionate non hanno ancora visto un euro dallo Stato. ...Bisogna andare a prendere i soldi dove sono. Non è vero che in Italia non ci sono, abbiamo 110 miliardi di evasione fiscale, bisogna prenderli lì, non si può continuare a vivere sui lavoratori dipendenti e pensionati che pagano il 95% dell'Irpef. Bisogna tassare le rendite finanziarie e immobiliari.Faremo una battaglia senza limiti, finché non avremo ottenuto il risultato: ci sono le condizioni per poterlo fare. Siamo noi che rappresentiamo la maggioranza di questo Paese. Non possiamo stare fermi, vogliamo batterci. Prendiamo un impegno: noi non ci fermeremo. Andremo avanti fino a quando non avremo raggiunto gli obiettivi". 



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