È il settimanale cattolico La Valsusa che ci fa conoscere quanto il problema dei migranti non riguardi località ben conosciute in relazione al loro transito dal confine italiano verso altri paesi come Francia e Austria.

Infatti, anche una piccola località come Bardonecchia, a ovest di Torino, sebbene sia nascosta in una conca tra le Alpi diventa meta dei migranti che cercano di raggiungere la Francia, o per continuare il loro pellegrinare verso il nord o per congiungersi con amici e parenti già da tempo residenti oltre confine.

Così, anche una località turistica che uno potrebbe definire spersa nel nulla finisce per diventare una Ventimiglia in miniatura con alcune decine di persone, dalle venti alle trenta, che giornalmente cercano di passare il confine.

Ma non è così facile come potrebbe sembrare. Alcuni hanno provato a farlo utilizzando i 14 km del vecchio tunnel ferroviario del Frejus, comunque attivo, tanto da diventare una sorte di roulette russa visto che non vi è lo spazio sufficiente per evitare di essere risucchiati da un treno di passaggio. Per scoraggiare i migranti ad imboccarlo, l'ingresso è pattugliato 24 ore al giorno da degli alpini armati.

Allora i migranti hanno scelto la via dei monti con la salita al Colle della Scala e la discesa a Briançon oppure quella della Valle Stretta, con sei ore e più di marcia a 2000-2500 metri, d'estate percorsi spesso in t-shirt.

Rischiare la vita risucchiati da un treno oppure per morire di freddo. E questo quadro come coincide con quello che giornalmente ci viene disegnato da molti politici a dai loro sostenitori che descrive dei migranti, soprattutto africani, che vogliono venire in Italia per vivere alle nostre spalle?

Ed uno che è talmente disperato da rischiare di finire sotto un treno o disperso tra i monti a più di 2mila metri di quota sarebbe uno che vuole "islamizzare" l'Italia o vivere gratis senza far nulla pagato dallo Stato?

Sono "teorie" poco convincenti, che non trovano comunque riscontro in queste realtà come quella di Bardonecchia. E partendo da queste evidenze, l'Italia, insieme agli altri paesi d'Europa, dovrebbe riflettere meglio e con meno ipocrisia anche sul significato di migrante economico e sull'espressione, ancor più ipocrita, dell'aiutiamoli a casa loro.