Esteri

Israele: dall'apartheid alla guerra civile?


"Israele esempio di democrazia e di libertà che va tutelata senza se e senza ma con ogni forza possibile in ogni parte del mondo".
"Mi aspetto dal governo italiano una posizione chiara e netta, da parte della democrazia, della libertà, della pace e dei diritti"."Chi tocca Israele [rivolgedosi alle persone riunite presso il Portico di Ottavia a Roma, ndr] tocca ognuno di voi e tocca me".

Le sconclusionate dichiarazioni sopra riportate, pronunciate ieri dal senatore Matteo Salvini, sono un esempio di come i politici cerchino di stravolgere la realtà dei fatti ogni volta che si parli di Israele. Un'abitudine che riguarda non solo l'Italia, ma il resto del mondo.

Negli Stati Uniti, ad esempio, sempre ieri il presidente Biden ha detto di aver parlato con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, confermando il sostegno americano al "diritto di Israele a difendersi", condannando gli attacchi missilistici contro quella nazione.

Gli Stati Uniti sono il Paese che finora si è opposto a qualsiasi tipo di sanzione nei confronti dello Stato ebraico che, dal 1967 ad oggi ha realizzato una politica di colonizzazione della Palestina creando uno stato di apartheid che ha ben poco da invidiare a quelli creati con le leggi razziali promosse prima della seconda guerra mondiale dai nazifascisti in Italia, Austria e Germania. 

Allora gli ebrei erano le vittime di italiani, tedeschi e austriaci. Oggi i palestinesi sono le vittime degli ebrei israeliani. Lo dicono i fatti e lo dice la legge... cioè il diritto internazionale che la quasi totalità delle nazioni dice ipocritamente di riconoscere, ma di cui colpevolmente si dimentica quando si tratta di farlo rispettare da parte di Israele.

Che Israele sia uno Stato che pratica l'apartheid lo hanno dimostrato un report delle Nazioni Unite e, recentemente, uno di Human Rights Watch, elencando quanto fatto negli ultimi decenni dalle autorità nazionali e locali (varie municipalità) di Israele. 

Inoltre, il 18 luglio 2018 la Knesset ha approvato la legge sullo Stato - Nazione che ufficialmente definisce Israele come "la casa nazionale del popolo ebraico". 

La nuova legge, diventata una delle leggi fondamentali dello Stato ebraico, ridisegna il già precario equilibrio tra il carattere ebraico e il carattere democratico dello Stato israeliano, promuovendo principi discriminatori nei confronti dei cittadini arabi di Israele e delle altre minoranze.

Quello che è Israele oggi, è conseguenza di ciò che Israele è diventata a seguito dell'assassinio di Yitzhak Rabin, avvenuto il 4 novembre 1995, per aver voluto firmare un piano di pace con i palestinesi. 

Ad alimentare l'opposizione al piano di pace da parte degli estremisti religiosi, i vertici politici del Likud con in testa Benjamin Netanyahu, che avevano contribuito a creare nei confronti di Rabin un clima di odio senza precedenti, tanto che nei raduni organizzati dal Likud e da altri gruppi di destra l'allora premier israeliano veniva raffigurato in un'uniforme delle SS o nel mirino di un'arma, paragonato ad Adolf Hitler, definito "assassino e traditore". Nel luglio 1995, Netanyahu guidò un finto corteo funebre con una bara e il cappio del boia a un raduno anti-Rabin dove i manifestanti cantavano "Morte a Rabin". Alle 21:30 del 4 novembre 1995, al termine di una manifestazione a sostegno degli accordi di Oslo presso la piazza dei Re di Israele a Tel Aviv, Rabin fu assassinato.

Netanyahu, dopo aver ricoperto l'incarico di premier dal 1996 al 1999, dal 2009 guida ininterrottamente lo Stato ebraico con il supporto dei partiti religiosi di estrema destra. Dopo la morte di Rabin il piano di pace tra israeliani e palestinesi è progressivamente finito nel dimenticatoio per la consapevolezza, da parte di Israele, del fatto che non avrebbe avuto nessuna conseguenza dal creare uno Stato basato sull'apartheid nei confronti del popolo palestinese.

Un piano che, va riconosciuto, finora ha avuto successo grazie alla schifosa ipocrisia delle cosiddette democrazie occidentali che hanno permesso da parte di Israele la possibilità di mettere in atto una politica di sorprusi sistematici e continuati che però, adesso, sta presentando il conto... non tanto a Gerusalemme est, in Cisgiordania o a Gaza, ma in numerose città dello stesso Stato ebraico dove nelle scorse ore le comunità ebraiche e quelle arabe si sono scontrate tra loro in quella che potrebbe diventare una vera e propria guerra civile.

A questo ha portato l'ipocrisia di Netanyhau e dei suoi alleati alla Salvini o alla Biden. Conveniva?

Crediti immagine: twitter.com/aya_matar4/status/1392848656601079808

Autore Alberto Valli
Categoria Esteri
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