La Commissione Ue ha pubblicato il pacchetto d'inverno del semestre europeo, con l'esame dei progressi degli Stati membri nell'attuazione delle priorità economiche e sociali.
Nel documento che accompagna le valutazioni sui singoli Paesi, la Commissione ricorda, a novembre, di aver avviato esami approfonditi relativi a 13 Stati membri per accertare l'eventuale presenza di squilibri macroeconomici in modo da valutarne l'entità.
In base ai risultati, Bulgaria, Germania, Spagna, Francia, Croazia, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Romania e Svezia presentano squilibri economici.
Invece, Cipro, Grecia e Italia presentano squilibri eccessivi.
Che cosa accadrà adesso? Che la Commissione continuerà a esaminare gli sviluppi economici e le misure adottate da tutti gli Stati membri che presentano squilibri o squilibri eccessivi attraverso un monitoraggio specifico nell'ambito del semestre europeo.
Per la Commissione Ue, "di fronte alle previsioni di un indebolimento macroeconomico generale, gli squilibri del quadro macroeconomico italiano rimangono eccessivi."
La Commissione, in realtà, non dice niente di nuovo rispetto a quanto già aveva detto in passato, anche ad altri governi, indicando che i problemi del Paese sono relativi all'alto debito pubblico che frena gli investimenti, che dovrebbero però essere orientati a riforme strutturali per ovviare alla scarsa produttività e migliorare la crescita.
Gli interventi auspicati dall'Europa sono relativi alle gestione delle finanze pubbliche, della pubblica amministrazione e della giustizia, senza dimenticare scuola e mercato del lavoro...
Anche se, per l'appunto, a prima vista sembrerebbe che non ci sia niente di nuovo rispetto a quanto già sapevamo e avevamo sentito anche in passato, il report pone però l'accento sul fatto che "la manovra 2019 include misure che rovesciano elementi di riforme importanti fatte in precedenza, in particolare sulle pensioni, e non include misure efficaci per aumentare il potenziale di crescita". ...
E "nonostante siano stati fatti alcuni progressi nel mettere a posto i bilanci delle banche, sulla riforma del diritto fallimentare e sulle politiche attive del mercato del lavoro", il quadro delle riforme in italia è giudicato fermo dal 2018.
A questo è da aggiungere anche la dichiarazione del vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, durante la fase di presentazione dei dati, sul nostro Paese: "Rimaniamo preoccupati che il debito non scenda a causa dei piani economici deboli del Governo. La Commissione resta vigile e monitorerà da vicino la situazione italiana".