Tutte le testate giornalistiche di casa nostra, hanno dato notizia  dell'acquisto della Monsanto (leader negli OGM con un fatturato di quindici miliardi di dollari),  da parte delle Bayer , leader nel settore chimico farmaceutico, per la cifra record di 66 miliardi di dollari.

Una volta pubblicata la notizia, i giornali hanno pensato di archiviare il tutto, senza successivi commenti o approfondimenti in merito.

 Del resto,  i politici (quelli che si chiamano di opposizione) non mi sembra che si siano mobilitati per rimarcare la pericolosità di questa operazione, che definirei epocale, e che potrebbe portare a tutti noi delle conseguenze  nefaste.

In un momento storico in cui, volutamente tenuto lontano dalla luce dei riflettori dell'opinione pubblica, il trattato di libero (?) scambio tra USA ed Europa (TTIP) sta proseguendo la sua marcia letale, nonostante che editorialisti, come Panebianco (o Panesecco), ci vogliono far credere che è quasi certo che il TTIP non sarà ratificato.

Mentre il settimanale tedesco, Der Spiegel, riportava che la fusione delle due società avrebbe portato ad "indebolire i processi decisionali democratici a vantaggio delle multinazionali".

                                                          

Dicevamo delle conseguenze nefaste, oltre a quelle politico sociali, quali, per esempio, quelle per la nostra salute "Le sementi biotech non sono l'unico aspetto controverso nel portafoglio di Monsanto, e quindi di Bayer. L'azienda statunitense possiede Roundup, un diffuso erbicida a base di glifosato. Una sostanza e un prodotto che sono al centro oggi di polemiche sugli effetti potenzialmente dannosi sulla salute. Monsanto è oltretutto portatrice, nella lunga storia delle sue mutazioni aziendali, di una pesante eredità che qualcuno fatica tuttora a dimenticare. È identificata come uno dei nove grandi produttori negli anni Sessanta del cosiddetto Agente Orange, la miscela di diserbanti in contenitori caratterizzati da strisce arancioni usata a tappeto nella guerra del Vietnam con esiti rivelatisi letali, sia per la popolazione locale che per i veterani delle forze armate americane."  (Il Sole24 Ore - 15/09/2016)

Poi c'è il problema del regime monopolistico  "Oggi il 94% delle coltivazioni di soia e il 92% di quelle del mais sono varianti di sementi biotech, mentre la spesa degli agricoltori è quadruplicata dal 1996, quando l'azienda tenne a battesimo il primo vero  e prorpio seme targato Ogm." (Il Sole24 Ore - 15/09/2016)

Tanto per essere in tema, " L’azienda statale cinese Chemchina ha acquisito la svizzera Syngenta (che Monsanto avrebbe voluto acquistare), mentre la Dupont si è fusa con la Dow chemical." (startmag.it 23/5/2016)

John Colley, professore alla Warwick Business School, in Inghilterra, che si occupa di approfondire questo tipo di grandi unioni. “Ci sono molte meno aziende con cui competere. Così facendo hanno molte più possibilità di riuscire ad aumentare i prezzi.” (motherboard.vice.com  15/09/2016)

" C’è la possibilità che queste fusioni possano imporre ulteriore pressione sugli agricoltori, portando a prezzi più alti del cibo o addirittura mettendo a repentaglio le norme di sicurezza alimentari."  (motherboard.vice.com  15/09/2016)

Ogni giorno che passa, le multinazionali si  ingrandiscono sempre di più , acquistando partecipazioni, incorporandosi  tra di loro, mettendo fuori mercato la concorrenza, e il loro strapotere è così accresciuto da  mettere ai loro piedi gli stati nazionali.

Dobbiamo cominciare a mettere in preventivo che quella parvenza di democrazia, che ci è rimasta, presto svanirà come neve al sole.

Le multinazionali esercitano la propria influenza sui governi, fanno approvare le leggi che più  gli tornano utili. La loro arroganza si annida nei vari livelli di uno stato, e si arriverà al giorno in cui il popolo non dovrà nemmeno andare a votare.

 Il consiglio di amministrazione della "Multinazionale" penserà direttamente a governare, ratificando di volta in volta le proprie decisioni con un semplice verbale di riunione,  firmato in calce dal presidente e dal segretario.

Se vincesse il SI al Referendum costituzionale,  vorrà dire che la strada è già segnata, una strada che ci porterà in un vicolo cieco dal quale non potremo più uscire.