Immaginatevi un po' un pinguino, che forse in quel caso dovremmo chiamare pinguone, alto 1 metro e 60 centimetri con un peso fino ad 80 Kg.

E perché doverselo immaginare? Perché è esistito realmente... tra 66 e 56 milioni di anni fa, nel paleocenico.

I suoi resti, insieme a quelli di altri "mostri" sono ospitati in Nuova Zelanda, nel Museo Canterbury.

Pinguini di tali dimensioni sembra siano caratteristici dell'emisfero australe e si pensa che siano diventati così grandi a causa della scomparsa dagli oceani dei grandi rettili marini, avvenuta nel periodo in cui sono scomparsi anche i dinosauri.

Così i pinguini hanno potuto crescere, perché nessuno li minacciava, non vi erano "concorrenti" che li potessero cacciare o potessero contendergli il cibo.

E a supportare la crescita vi erano anche condizioni climatiche e ambientali favorevoli. All'epoca la temperatura dell'acqua in Nuova Zelanda, ancora unita all'Australia che a sua volta si pensa fosse collegata all'Antartide, si aggirava intorno ai 25°C rispetto agli 8° attuali.

Perché poi i pinguini giganti si sono estinti? Probabilmente per il motivo inverso che ha favorito la loro evoluzione, per la concorrenza generata dall'arrivo di balene dentate e foche, molti milioni di anni dopo.

Di questo pinguino gigante (Crossvallia waiparensis) sono state trovate le ossa delle gambe nel 2018 in un sito nel nord della regione di Canterbury - una delle 16 in cui è suddivisa la Nuova Zelanda, situata nella parte orientale dell'Isola Meridionale - diventato una specie di miniera d'oro di reperti fossili fin dagli anni '80.

Oggi, il pinguino più grande esistente è il pinguino Imperatore, raggiunge un'altezza di circa 1,2 metri ed un peso massimo fino a 40 kg.