FAICCHIO (BN) h.15.30 – (Ernesto Genoni)
- “Comprendere e supportare gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BSE)” è il tema del Seminario di oggi per docenti, nell’Aula Magna della Casa Generalizia di Faicchio (Bn) dell’Istituto “Suore degli Angeli” guidato dalla madre Giuseppina Romano. Numerose le religiose giunte, per l’evento formativo, a Faicchio dalle case romane e sicule della congregazione di Madre Serafina.

Relatore il Dr.Fabio Cerbino, - docente del Dipartimento di Fisica ITIS Fermi di Roma, nonché, tra l’altro, membro del Comitato scientifico del CERN (Ricerca Scientifica sulla Fisica) per convegno ITP - Ambassador Educazione digitale del MI-STEM e innovazione didattica del Ministero dell’Istruzione - che ha parlato dell'importanza di una scuola inclusiva ribadendo l'unicità di ogni bambino. “Il docente – ha rimarcato il Dr.Cerbino nel corso del Seminario - è chiamato al dialogo educativo con ogni gruppo di classe, integrando anche le specificità delle diverse realtà territoriali”.

Ogni alunno, per alcuni periodi dell’anno scolastico o con continuità, può manifestare Bisogni Educativi Speciali. I motivi che si presentano sono tanti tra questi motivi fisici, biologici, fisiologici o anche motivi psicologici, sociali. “Rispetto a queste diverse motivazioni – ha inciso madre Giuseppina – ogni bambino è unico – riprendendo il motto del seminario. -  Le nostre scuole - ha detto - devono saper offrire adeguata e personalizzata risposta.”

La Direttiva Ministeriale del 27/12/12 ricomprende problematiche diverse nell'area dei Bisogni Educativi Speciali (BES). Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: la disabilità; i disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici e lo svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale. “I Bisogni Educativi Speciali – secondo i protocolli ufficiali e del Ministero dell’Istruzione e del Merito - sono espressi da quegli alunni che vivono una situazione particolare, che li ostacola nell’apprendimento e nello sviluppo: questa situazione negativa può essere a livello organico, biologico, oppure familiare, sociale, ambientale, contestuale o in combinazioni di queste. Essi hanno dunque necessità di interventi tagliati accuratamente su misura della loro situazione di difficoltà e dei fattori che la originano e/o mantengono. Risulta in tutto questo avere le competenze per un approccio decisamente educativo, per il quale l’identificazione degli alunni con disabilità non avviene sulla base della eventuale certificazione, che mantiene utilità per una serie di benefici e di garanzie, certo, ma allo stesso tempo rischia di chiudere questi bambini in una cornice ristretta.”


Nella foto: Gruppo docenti, Madre Giuseppina Romano e il Dr. Fabio Cerbino