Tre giorni fa, Theresa May si era rivolta ai britannici dicendo loro "sono dalla vostra parte", per provare così a forzare la mano di quei parlamentari che ancora non sono convinti che l'accordo da lei siglato con l'Ue sulla Brexit sia poi così conveniente per il Regno Unito.

I britannici le hanno risposto, prima firmando una petizione per annullare la Brexit che ha totalizzato quasi 4,5 milioni di adesioni in soli tre giorni, poi con la manifestazione che si è svolta questo sabato, a Londra, per chiedere un nuovo referendum.

Migliaia di persone, che vogliono che la Gran Bretagna rimanga in Europa, verso mezzogiorno si sono riunite sotto lo slogan "Put it to the people" a Marble Arch, nei pressi di Hyde Park, e da lì hanno iniziato una marcia per le vie del centro di Londra - Picadilly Circus, Trafalgar Square, Whitehall... - che si è conclusa davanti alla sede del Parlamento.

Lo scorso ottobre vi era stata una marcia simile a cui avevano partecipato 700mila persone. Stavolta i manifestanti, secondo gli organizzatori, hanno superato il milione e secondo alcuni il loro numero potrebbe avvicinarsi a quello della marcia del 2003, la più grande di sempre nel Regno Unito, che radunò nelle vie di Londra oltre 2 milioni di persone per protestare contro la guerra in Iraq.

Nel referendum del 23 giugno 2016, furono 17,4 milioni, il 52%, coloro che votarono a favore della Brexit, mentre 16,1 milioni, il 48%, quelli che votarono per rimanere. Oggi, secondo molti, le parti sarebbero invertite.

Theresa May, venerdì, ha ricevuto dal Consiglio Europeo il via libera per posporre la data di scadenza per la Brexit oltre il 29 marzo. Questa è l'unica cosa che al momento la premier può garantire come certa in relazione all'uscita della Gran Bretagna dal'Ue. Per qualsiasi altro tema legato alla vicenda Brexit, neppure lei può avere una vaga idea di come potrà evolvere. Non un grande risultato dopo tre anni dal referendum del 2016.

Ma oltre la sconfitta personale della May, è implicita anche la sconfitta dei cosiddetti "brexiter" che avevano convinto i loro elettori che l'uscita dall'Europa sarebbe stata niente di più che una banalità e che non avrebbe comportato grossi problemi per il Paese!