Il TAR del Lazio ha espresso il proprio parere su due ricorsi relativi alle nomine seguite alla riforma dei musei voluta dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini.
Un ricorso sulle modalità di nomina è stato presentato da una candidata che aveva concorso alla direzione di Palazzo Ducale e della Galleria Estense di Modena, mentre l’altro è quello di un candidato che aveva partecipato per diventare direttore di Paestum e dei musei archeologici di Taranto, Napoli e Reggio Calabria.
Nonostante si fossero presentati per più posizioni, il concorso lo permetteva, i due candidati non sono stati scelti. Per questo, dopo aver fatto le loro valutazioni, si sono rivolti al tribunale regionale per verificare che il concorso fosse stato svolto seguendo le regole di legge.
Con i tempi che contraddistinguono i tribunali italiani, anche se va detto che quelli per le cause civili vanno al di là di qualsiasi immaginazione, il TAR si è espresso dopo più di un anno dall'attuazione della riforme e delle relative nomine, tanto che venti istituti museali hanno iniziato a funzionare con la nuova formula indicata dal ministero a partire da dicembre 2015.
Che cosa ha deciso il TAR del Lazio? Il TAR ha depositato due sentenze nelle quali, sostanzialmente, la riforma del ministro Franceschini viene di fatto bocciata. Nella prima i magistrati hanno avuto da eccepire sulle modalità di scelta dei candidati, i cui criteri sono stati definiti di natura "magmatica". Infatti, dopo una selezione avvenuta per titoli, si è passati ad una valutazione dei candidati tramite colloquio che ha portato alla selezione di una terna sulla base della quale il ministro e il direttore generale dei musei hanno effettuato la loro scelta.
Il colloquio dei candidati, però, non è stato effettuato a "porte aperte", non è avvenuto in audizioni pubbliche, ed alcuni, essendo all'estero, sono stati intervistati via Skype. Una censura che, secondo il TAR, va contro le normali procedure come invece dovrebbe avvenire in situazioni analoghe.
Infine, c'è un altro rilievo evidenziato dal TAR contro la scelta dei direttori così come voluta dal ministero, ed è quello relativo al fatto che il bando "non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani". Infatti, non vi è al momento alcuna norma che consenta ad un ministero di assumere nella pubblica amministrazione dirigenti che non siano cittadini italiani!
Al di là di un probabile appello al Consiglio di Stato da parte del ministero dei Beni Culturali, la decisione del TAR ha come diretta conseguenza la non validità dell'assegnazione di alcuni degli incarichi relativi a direttori non italiani e tra questi vi sono gli Uffizi (Eike Schmidt), la Galleria dell’Accademia di Firenze (Cecilie Hollberg), l'Accademia di Brera (James Bradburne), la Galleria delle Marche (Peter Aufreiter), il Parco archeologico di Paestum (Gabriel Zuchtriegel), il Palazzo ducale di Mantova (Peter Assmann), il Museo di Capodimonte (Sylvain Bellenger).
Un comunicato del ministero non è ancora stato rilasciato. Invece di seguito, questa è la reazione social del ministro Franceschini.
Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il TAR Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio..
— Dario Franceschini (@dariofrance) May 25, 2017