Gli elementi raccolti contro gli indagati di Antonio e Stefano Maiorana sono insufficienti, la Procura di Palermo ha nuovamente chiesto l’archiviazione dell’inchiesta.
Il 3 agosto 2007 Antonio Maiorana, 57 anni, e suo figlio Stefano, 22 anni, spariscono insieme da Isola delle Femmine, Palermo. I due uomini erano degli imprenditori edili, e il giorno della loro scomparsa si trovavano a Isole delle Femmine per controllare un cantiere. Intorno alle 7.15 Antonio e Stefano avvisano il capocantiere che si sarebbero assentati per una mezz’ora. I due prendono la Smart di Stefano; la macchina verrà ritrovata all’aeroporto di Punta Raisi di Palermo. Per gli investigatori si tratta di un tentativo di depistaggio.
Il movente del duplice assassinio è un ricatto sessuale, Antonio Maiorana aveva girato un video per ricattare alcune persone. Per gli inquirenti si tratta di un caso di lupara bianca, padre e figlio sono stati attirati in trappola e poi uccisi.
Il caso Maiorana è stato archiviato una prima volta nel 2014 e poi riaperto nel 2015 per l’opposizione presentata dall’avvocato Giacomo Frazzitta.
Nell’inchiesta sull’omicidio di Antonio e Stefano è uscito fuori il nome del boss mafioso Matteo Messina Denaro, uno dei latitanti più ricercati al mondo.
Gli inquirenti in più di 10 anni di indagini sono stati in grado di individuare il movente e le persone coinvolte in questo delitto. Tuttavia, la Procura di Palermo, essendo insufficienti le prove per sostenere l’accusa in giudizio, ha chiesto l’archiviazione dell’indagine aperta a carico di Giuseppe di Maggio e Francesco Paolo Alamia, i due imprenditori accusati di omicidio e occultamento di cadavere.