«Chi ha preso in giro gli italiani ha un nome e cognome: Beppe Grillo e non v’è chi non veda quanto sia grave quel che è accaduto. - Lo ha detto Matteo Renzi a Ore9, commentando quanto accaduto sulla legge elettorale. - I cinque stelle sono stati inaffidabili come sulle unioni civili e su altre cose. Sono inaffidabili per definizione, hanno la stessa credibilità quando parlano di legge elettorale, di quando parlano di vaccini e scie chimiche.»

Questo il commento mattutino del segretraio del PD Matteo Renzi che, ultimamente, gioca a fare il giornalista facendo la rassegna stampa delle notizie pubblicate sui quotidiani.

Un commento, inutile dirlo, a chiosa di quelli degli altri renziani che subito avevano anticipato la tesi che i media dovevano diffondere: il M5S non voleva questa legge elettorale ed ha organizzato tutto per affossarla con i voti segreti. «Hanno creato una trappola, per far cadere la legge su di un emendamento sul quale sapevano che il PD non era d’accordo». Questo il commento del capogruppo PD alla Camera, Ettore Rosato. Altri commenti dei democratici renziani sposano questa linea.

Nella politica e nell'informazione italiana, che supporta a chiamata le narrazioni che il capo di turno cerca di imporre, la verità è sempre duplice, plasmabile e mai unica. Esiste sempre, in funzione degli aggiustamenti richiesti da "chi comanda", una realtà adattabile da diffondere e far digerire all'opinione pubblica.

Anche stavolta si pretende, da parte del PD e dei media collegati ad esso (praticamente quasi tutti), di farci credere che ad affossare la legge elettorale siano stati i 5 Stelle per non aver votato un emendamento, tra l'altro marginale, che riguardava il voto in Trentino.

Per capire che i responsabili di tutto quanto ieri è accaduto alla Camera sono invece i democratici di Renzi, è sufficiente rifarsi ai numeri, che non possono essere stravolti e, pertanto, ci indicano i fatti, nudi e crudi.

Dal verbale della Camera, queste le parole della presidente Boldrini: «Bene, quindi adesso dichiaro aperta la votazione
sull'emendamento 1.535, con il parere contrario della Commissione, favorevole del relatore La Russa e su cui si rimettono all’Aula gli altri tre relatori di minoranza. Dichiaro aperta la votazione. |...| Dichiaro chiusa la votazione. Favorevoli 270, contrari 256. La Camera approva

L'emendamento è passato con 270 voti a favore. Dopo la fuoriuscita dei deputati che hanno costituito il gruppo di Articolo 1 - MDP che conta 40 membri, il gruppo del Partito Democratico alla Camera è costituito da 282 parlamentari. Ripetiamo il numero: 282!

Quindi, se il gruppo PD avesse votato compattamente contro l'emendamento, secondo le indicazioni del relatore PD Fiano e del capogruppo Rosato, l'emendamente 1.535 sarebbe stato bocciato, 5 Stelle o non 5 Stelle.

Invece, una parte dei parlamentari PD, approfittando del voto segreto, ha deciso di votare diversamente rispetto a quanto era stato loro indicato. Quindi, il PD o una parte del PD ha bocciato l'emendamento e di conseguenza la legge.

L'unico aspetto che è da stabilire sull'argomento è se quanto è accaduto sia stato una messinscena preparata dal Partito Democratico oppure se il PD sia stato realmente colto di sorpresa dalla scelta di una parte dei suoi deputati, costringendo Rosato ad inscenare in fretta e furia una messinscena sulle colpe dei 5 Stelle per mascherare la debolezza del gruppo e, di conseguenza, della segreteria di Matteo Renzi. Queste le uniche ipotesi su cui "fantasticare". Per il resto sono i numeri a parlare.