"Ringrazio il Primo Ministro Mikati, il mio amico Najib, per la sua accoglienza calorosa e per il sempre utile scambio di opinioni. Voglio dire che sono fiera di essere il primo Capo di Governo a visitare il Libano dall’inizio dell’escalation militare, e l’unico ad averlo visitato per ben due volte dal 7 ottobre dello scorso anno. La mia presenza qui, oggi, vuole essere anzitutto un’espressione di solidarietà e vicinanza verso i civili di tutte le parti che stanno soffrendo per le conseguenze del conflitto.Come sapete, già da diverse settimane l’Italia, assieme ad altri partner internazionali chiede un cessate il fuoco di 21 giorni. E voglio ringraziare il Primo Ministro, così come lo speaker Berri che pure incontrerò nella giornata di oggi, per aver aderito a questa proposta. E’ per noi molto, molto importante.Vengo da Bruxelles, dove ho partecipato al Consiglio Europeo e ovviamente la crisi mediorientale è stata al centro dei nostri lavori, e posso assicurarvi che siamo tutti al lavoro per un cessate il fuoco sostenibile a Gaza e qui in Libano. Stiamo sostenendo i negoziati per il rilascio degli ostaggi israeliani dalle mani di Hamas, e stiamo tutti lavorando per trovare il migliore dei modi per assistere le popolazioni civili coinvolte in questa guerra. L’Italia è in prima fila anche nelle iniziative per alleviare le crisi umanitarie. A Gaza, con la nostra iniziativa “Food for Gaza”, abbiamo fatto arrivare oltre 47 tonnellate di beni alimentari, e in Libano, subito dopo l’escalation militare abbiamo approvato nuovi e immediati interventi umanitari, per ulteriori 17 milioni di euro, soprattutto per sostenere le persone sfollate dalle loro abitazioni e le comunità che le ospitano.Ma sono qui in Libano anche per ringraziare tutti i militari impegnati nella missione UNIFIL e nella missione bilaterale italiana MIBIL. Questi militari hanno contribuito per anni alla stabilità lungo il confine israelo-libanese, e ci sarà bisogno di loro in qualsiasi scenario post conflitto.È la ragione per la quale ribadisco che considero inaccettabile colpire UNIFIL, e torno a chiedere a tutte le parti di adoperarsi per garantire in ogni momento la sicurezza di ciascuno di questi militari.È anche la ragione per la quale sono convinta che UNIFIL vada rafforzata. Solo rafforzando UNIFIL – mantenendone la sua imparzialità – si potrà cambiare pagina, e credo che dobbiamo tornare alla missione iniziale di UNIFIL e di farlo nel modo giusto in coordinamento con le forze armate libanesi (‘LAF’).Sono convinta anche che le LAF debbano essere messe nelle migliori condizioni per poter assumere le loro responsabilità. L'obiettivo è quello di incrementare le capacità complessive delle forze di sicurezza libanesi, rafforzando gli attuali programmi di formazione e addestramento d’intesa con le autorità libanesi.Su tutti questi temi ci siamo confrontati con il Primo Ministro Mikati, con il quale condividiamo la necessità di una piena e reale applicazione della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU 1701.  E questo significa anche che a sud del fiume Litani non deve esserci alcuna presenza militare diversa da UNIFIL e dalle LAF.Come Italia, abbiamo anche una missione bilaterale (MIBIL) che si inquadra nell'ambito delle iniziative dell'International Support Group for Lebanon, volta proprio a rafforzare la formazione del personale militare libanese. Cercheremo di fare di più su questo fronte. Non a caso nell’ambito del G7 Difesa, in corso oggi in Italia, abbiamo promosso un incontro con tutti i partecipanti per ragionare insieme di come implementare al meglio questo lavoro.In questo scenario così complesso e pieno di incertezza, credo anche che sia fondamentale sostenere le istituzioni libanesi anche nel loro processo di rafforzamento. Non sono il genere di leader che vuole dire agli altri cosa debbano fare, ma questa Nazione sta soffrendo, e poter contare su istituzioni funzionanti è fondamentale per poter difendere i propri interessi. E’ una riflessione che penso condivida l’intera leadership di questa Nazione, e quello che posso garantire io è che l’Italia è pronta a dare tutto l’aiuto che serve, se richiesto, anche su questo fronte.Ho approfondito con il Primo Ministro Mikati anche il dramma degli sfollati interni, e abbiamo anche discusso l’emergenza rifugiati che da tempo affligge il Libano. Si stimano più di un milione di sfollati in Libano, che si aggiungono al milione e mezzo di rifugiati siriani. Sugli sfollati come dicevo l’Italia si impegna a portare la questione a livello europeo e internazionale per dare la nostra mano. Per quanto riguarda la questione dei rifugiati l’Italia è già da tempo impegnata, e stiamo lavorando con i nostri partner europei, per costruire le condizioni che consentano il ritorno dei rifugiati in Siria. Un ritorno che, naturalmente, deve essere volontario, sicuro, sostenibile e dignitoso. Sosteniamo, a questo scopo, l’impegno dell’UNHCR e con lo stesso obiettivo abbiamo rafforzato la presenza diplomatica italiana a Damasco.Insomma, caro Primo Ministro, sapete che potete sempre contare sull’Italia. Faremo tutto ciò che è nel nostro potere per restituire a questa Nazione amica pace e benessere".

Questo è quanto ha dichiarato oggi il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Libano dove ha incontrato il Primo Ministro Najib Mikati e il Presidente del Parlamento Nabih Berri, con cui si è confrontata sulla situazione in Libano e nella regione e sugli sforzi in corso per giungere a un cessate il fuoco in Libano e a Gaza. 

Analizziamo le parole della premier.

"La mia presenza qui, oggi, vuole essere anzitutto un’espressione di solidarietà e vicinanza verso i civili di tutte le parti che stanno soffrendo per le conseguenze del conflitto".

Israele sta "gazifcando" il Libano, uccidendo i civili e radendo al suolo le loro abitazioni, prima a Beirut e adesso in tutto il sud. Il nord di Israele è stato bombardato prima dell'invasione del Libano tanto quanto Israele ha bombardato il sud del Libano. Il bombardamento era per impegnare l'IDF a nord, in modo da limitarne l'impiego per il genocidio a Gaza. Gli Stati Uniti hanno e stanno supportando il genocidio fornendo a Israele le armi con cui compierlo. Per  fermare tutto questo sarebbe stato sufficiente che lo Stato ebraico accettasse il cessate il fuoco a Gaza... ma non lo ha fatto, come in Libano.

"Come sapete, già da diverse settimane l’Italia, assieme ad altri partner internazionali chiede un cessate il fuoco di 21 giorni". 

Quella tregua, proposta tra l'altro dalla Francia era stata accettata da Nasrallah e di questo persino il leader dell'opposizione israeliana, Lapid, era stato avvertito.  Che cosa è accaduto? Israele ha assassinato Nasrallah.

"Torno a chiedere a tutte le parti di adoperarsi per garantire in ogni momento la sicurezza di ciascuno di questi militari".

Tutte le parti? Ma se è Israele che ha preso a cannonate il contingente Unifil. È Israele che ha detto a Unifil di ritirarsi.


"Stiamo sostenendo i negoziati per il rilascio degli ostaggi israeliani dalle mani di Hamas, e stiamo tutti lavorando per trovare il migliore dei modi per assistere le popolazioni civili coinvolte in questa guerra". 

E degli ostaggi palestinesi nelle mani dei torturatori dello Stato ebraico però Meloni non se ne preoccupa. Eppure sono migliaia.

Vuole assistere le popolazioni civili coinvolte nel conflitto? È più di un anno che a Gaza la popolazione civile viene bombardata, dispersa e sottoposta a privazioni di ogni genere in violazione del diritto internazionale umanitario. Che cosa ha fatto? Nulla. Che cosa farà? Nulla... perché non vuole danneggiare l'elettorato ebraico in Italia che oggi vota per i (post) fascisti, e che oggi esalta come santi e dovuti nei confronti dei palestinesi gli stessi crimini che condannava quando i nazisti li praticavano contro i loro stessi parenti prima e durante la seconda guerra mondiale.


Pertanto... in base a quanto da lei dichiarato... ma che diavolo è andata a fare in Libano Giorgia Meloni? Le inutili banalità, se non le sciocchezze, dette da lei oggi a Beirut le avrebbe potute dire anche a Roma, in qualunque momento... anche una settimana fa. 

L'unico effetto pratico della ennesima messinscena meloniana è quello di far credere di impegnarsi per la pace, mentre in realtà continua a non far nulla - ma proprio nulla! - per fermare il genocidario Stato ebraico di Israele e i suoi mostruosi crimini.