Nel suo primo video su Tik Tok (Tak) che in poche ore a suo dire avrebbe superato le 3 milioni di visualizzazioni, naturalmente un record, Silvio (o Scilvio come si chiama adesso) Berlusconi ha "svelato" che per mantenere i rapporti con gli altri bisogna tendere alla massima cordialità, ed uno degli strumenti per farlo sono le barzellette che, oltretutto sono, anzi sciono, anche terapeutiche.
È per questo che ieri, intervenendo alla trasmissione di Paolo Del Debbio su Rete 4, Diritto e Rovescio, Berlusconi è ricorso a piene mani a tale strumento, affidandosi al solito repertorio, quello di esser stato costretto a far politica per difendere l'Italia dai comunisti, anche se però arricchito di nuovi particolari... godibilissimi.
Berlusconi era un bimbo, quando dai salesiani un prete che gli faceva lezione, miracolosamente fuggito dalla cortina di ferro, gli spiegò che cosa fosse il comunismo e che cosa accadesse realmente nei paesi comunisti. Per questo, fulminato dalla rivelazione, Silvietto iniziò già da allora ad interessarsi di politica e scrisse così a De Gasperi una lettera. Naturalmente De Gasperi lo ricevette a Roma e gli spiegò che cosa lui potesse fare per combattere i comunisti: attaccare i manifesti della Democrazia Cristiana. Detto fatto. Tornato a casa iniziò a tappezzare Milano di manifesti DC. Una volta però, fu visto dai comunisti e gliele suonarono di santa ragione...
Cosa accadde da allora fino all'inizio degli anni anni '90 Silvio Berlusconi non lo ha detto, però, a causa di mani pulite, l'ex cavalier ricorda che per l'Italia si riaffacciò il pericolo comunista. Non essendoci nessuno in grado di contrastarlo, dopo una lunga riflessione, decise di doversi accollare l'onere, ovviamente per il bene del Paese, di combattere nuovamente i comunisti, nonostante la sua mamma lo avesse sconsigliato: te ne faranno di tutte, a partire dai giudici... comunisti.
La barzelletta sopra riassunta in breve è stata riportata da Berlusconi come se fosse una storia vera, con il pubblico che applaudiva e con l'ottimo giornalista Mediaset che ascoltava, tra l'incuriosito e l'esterrefatto, le nuove rivelazioni del suo datore di lavoro... senza neppure dar l'idea di intervenire con un "ma che ca... stai a di'", espressione a cui anche a Lucca, sua città di origine, si fa spesso ricorso in casi del genere.
Ma, in fondo, Berlusconi lo aveva già spiegato in precedenza su Tik Tok (Tak) che quel che dice sono solo barzellette per fare il simpatico... pertanto non va preso sul serio, bisogna solo lasciarlo parlare e dopo farci su quattro risate.
Inutile perderci altro tempo con uno del genere. Poi, sul perché ci sia gente che ancora, nonostante tutto, pensi di farsi rappresentare da un simile barzellettiere è un altro paio di maniche...