Martedì Giorgia Meloni, insaccata in un soprabitino rosso un po' troppo largo pure per lei, era a Torino  al 2° Festival delle Regioni e delle Province Autonome. 

Anche in questa occasione, con quel suo curioso modo di esprimersi a metà tra Carlo Verdone e John Wayne, non ha mancato di ricordare quanto sia brava e che tutto quello che non va in Italia è colpa di altri (anche di quanto hanno fatto in passato).

Lo ha ribadito per rispondere ai dubbi oggettivi di coloro che, dopo la presentazione della Nadef, hanno fatto i conti in tasca al governo e hanno rilevato che, in base alle risorse e a quanto indicato, alcuni provvedimenti ritenuti indispensabili dalle opposizioni e non solo non avevano copertura finanziaria. Il più eclatante tra tutti la sanità, con le regioni in deficit su tale voce e i cittadini in attesa di poter effettuare visite che, sempre di più, richiedono mesi.

Ecco che cosa ha detto Meloni al riguardo: "Abbiamo messo a punto la Nadef e stiamo per affrontare una legge di bilancio difficile anche perché abbiamo ricevuto un’eredità da governi che avevano un orizzonte breve e hanno fatto scelte che oggi paghiamo. Il vantaggio che abbiamo è un orizzonte di legislatura, non dobbiamo fare tutto subito, si possono cadenzare gli interventi, che sono tanti e le risorse sono poche. Noi abbiamo concentrato le poche risorse che avevamo ad aumentare il potere d’acquisto delle famiglie. E vogliamo rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale. ...Penso che l'obiettivo principale sia la sostenibilità del sistema sanitario in un quadro complesso, che vede l'incremento dell'età media e l'aumento delle patologie collegate all'età, il costo elevato di farmaci innovativi, e diversi altri fattori. Sarebbe miope concentrare la discussione solo sull'aumento delle risorse: dobbiamo invece concentrarci su un discorso più ampio, capendo come le risorse vengono spese. Siamo pronti a fare questo lavoro molto importante e difficile e sono certa che avremo al nostro fianco le Regioni e le Province autonome con le loro fondamentali competenze. Il nostro sistema di welfare non può reggere se abbiamo la popolazione che continua a invecchiare e sempre meno persone che possono sostenerle, dobbiamo investire sulla natalità".

Traduzione.

Non abbiamo il becco di un quattrino, perché è colpa di altri. E questo lo dice dopo 12 mesi del suo governo, mentre lo scorso anno non lo ha detto, usando però i quattrini che, a suo dire, oggi gli altri le avrebbero sottratto!

Poi, afferma che nella sua legge di bilancio ci sono i fondi anche per la sanità... ma solo in relazione all'intera legislatura, che equivale a dire entro i prossimi quattro anni. Pertanto, coloro che hanno bisogno di curarsi adesso e sono in lista di attesa per una visita devono sperare di essere ancora vivi per poterla fare entro il 2027.

Questa non è una forzatura è ciò che Meloni ha detto quest'oggi.

Per le opposizioni, questo il commento dei dem:

"La sanità pubblica è l'ennesima vittima dell'incompetenza di questo governo.I cittadini subiscono sulla loro pelle le gravi conseguenze di scelte sbagliate: un italiano su tre è costretto a pagare di tasca propria per visite e analisi.I dati sono allarmanti: come si evince dalla Nadef, la porzione di PIL dedicata alla spesa sanitaria è destinata a scendere nel 2024. Il settore sanitario è uno dei più colpiti dall’inflazione e con questi numeri si rischia il collasso. Le previsioni di investimenti non coprono nemmeno gli aumenti dei prezzi, favorendo così la sanità privata, unico vero obiettivo della destra.Ancora una volta il governo mostra un totale disinteresse per garantire un sistema sanitario accessibile e di qualità; evidentemente la salute dei cittadini è in fondo alle loro priorità, preferisce sventolare le proprie bandierine e fare propaganda invece di interessarsi ai bisogni degli italiani".

Se poi vogliamo aggiungere un ulteriore tocco di surreale alle dichiarazioni di Meloni e al suo "arco di legislatura", come non ricordare l'ennesima str... boutade del suo alleato Matteo Salvini che sta sbraitando da giorni che nella legge di bilancio - finanziata a debito - ci saranno pure i soldi per il ponte sullo stretto, opera che si è intestata anche in funzione delle prossime elezioni europee e i cui lavori, a suo dire, inizieranno già nell'estate del prossimo anno... anche se finora nessuno ha mai avviato un mezzo esproprio, di terreni e/o edifici... aspetto non del tutto trascurabile per un'opera che si basa su due piloni che saranno edificati a terra, uno in Sicilia e uno in Calabria.

Questi sono i personaggi che governano oggi l'Italia.