Prosegue, frenetica, l'attività diplomatica per scongiurare l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. 

Il presidente francese Macron lunedì ha avuto un faccia a faccia con il presidente russo Putin, anche se l'espressione non è esattissima visto che entrambi erano seduti ai lati opposti di un tavolo tanto enorme da apparire quasi chilometrico, a cui avrebbe esposto alcune soluzioni finora inesplorate per porre fine alla crisi.

Martedì Macron, dopo il suo colloquio in Ucraina con il presidente Zelensky, volerà a Berlino dove vedrà il presidente polacco Andrzej Duda oltre, ovviamente, al cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ieri era a Washington a parlare con Biden. Successivamente, il presidente francese dovrebbe sentirsi nuovamente con quello russo.

La fitta rete di iniziative e colloqui, agli occhi dell'opinione pubblica, sta sempre di più assumendo l'aspetto di una sorta di ultima spiaggia per evitare in extremis la via militare, le cui conseguenze sarebbero sicuramente imprevedibili.

Ieri una fonte all'Eliseo aveva reso noto che la Russia si era  impegnata a non intraprendere nuove iniziative militari in attesa di avere risposte dall'attuale iniziativa diplomatica di Macron. Martedì, però, il Cremlino ha affermato che tali affermazioni "non erano corrette".

Biden, a seguito del colloquio con Scholz, ieri ha dichiarato che l'invasione dell'Ucraina, tra le varie conseguenze, avrebbe avuto anche quella di porre fine al Nord Stream 2, il gasdotto di 1.225 km costruito in cinque anni e costato 11 miliardi di dollari e già pronto, che attende solo di entrare in funzione, e finora non attivato solo per problematiche di natura burocratica. 

In che modo Biden vorrebbe porre fine al gasdotto creato per raddoppiare l'attuale fornitura di gas alla Germania non lo ha fatto sapere, mentre Scholz si è limitato a dire che le conseguenze di un'invasione per la Germania sarebbero state severissime.

Stesso ritornello ripetuto ieri anche da Macron nella conferenza stampa alla file del colloquio con Putin che, a sua volta, ha ripetuto il suo punto di vista sulla crisi, dichiarando che se l'Ucraina entrasse a far parte della Nato e tentasse di riprendersi la Crimea, l'Europa potrebbe essere risucchiata in un conflitto:

"Volete che la Francia entri in guerra con la Russia?" ha chiesto Putin ai giornalisti francesi. "Questo è quello che accadrebbe. E non ci sarebbero vincitori."

E per non apparire fuori dai giochi, anche Boris Johnson ha fatto sentire la sua voce sulla vicenda Ucraina, scrivendo in un articolo pubblicato  sul quotidiano The Times, che il Regno Unito stava valutando la possibilità di schierare (anche se non è stato precisato dove) dei caccia della Royal Air Force e navi da guerra della marina "per proteggere l'Europa sud-orientale".


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