Per la Lega di Matteo Salvini e per Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, due partiti che rappresentano adesso una fetta importante dell'elettorato del nostro Paese, l'Ungheria di Orban è ciò a cui l'Italia dovrebbe aspirare.

Giorgia Meloni è corsa a Budapest a farsi fotografare con Orban pochi giorni prima delle elezioni del 4 marzo, mentre Salvini, dopo esser stato nominato ministro, ha ricevuto a Milano con tutti gli onori il premier ungherese.

Oltre a quanto Orban ha già fatto in passato per dimostrare la sua personalissima interpretazione della democrazia, vale la pena aggiungere due nuove leggi che il suo governo si appresta a varare.

La prima, a dire il vero, è già stata approvata e consentirà al governo ungherese di introdurre dei tribunali amministrativi alle dirette dipendenze del ministro della giustizia. In futuro, le cause legali legate a questioni di carattere amministrativo che interesseranno le istituzioni pubbliche non saranno più gestite dai tribunali ordinari, bensì da questi nuovi tribunali creati ad hoc, il cui funzionamento ricadrà sotto il ministro della Giustizia che ne controllerà l'andamento e, soprattutto, avrà voce in capitolo sulla nomina dei giudici... non certo un esempio di autonomia ed indipendenza della magistratura.

Ma non è finita qua. Il governo ungherese si appresta a varare una legge che è stata definita, non a caso, "legge sulla schiavitù".

Orban, infatti, vuole aumentare il numero di ore di straordinario fino ad un massimo di 400 all'anno, rispetto alle attuali 250 previste adesso. Un bell'aiuto per i datori di lavoro che potranno chiedere di più ai propri dipendenti, risparmiando sui costi di assunzione.

Già così, la nuova legge fornirebbe buoni motivi per causare malumore tra i lavoratori. Ma c'è di più. Infatti, la legge vuol dilazionare fino a tre anni il pagamento degli straordinari. Adesso le aziende per pagare gli straordinari ai propri dipendenti hanno tempo 12 mesi!

Quelli sopra riportati sono solo gli ultimi due esempi di come dovrebbe diventare l'Italia secondo Salvini e Meloni.