Riepilogo situazione confronti TV. 
Salvini non fa confronti con me perché "lui non ha tempo per la TV, deve fare i comizi in piazza". 
Di Maio non fa i confronti con me perché io non ho il suo stesso status, non sono alla sua altezza. 
Berlusconi non fa i confronti con me perché lui i confronti li fa solo con Bruno Vespa e con i ricordi del suo passato. 
Per noi cambia poco: saremo comunque il primo gruppo parlamentare, il primo partito. 
Ma colpisce l'assurdità di un dibattito politico senza confronti TV. 
Benvenuti nella campagna elettorale italiana del 2018, amici. 
Noi non abbiamo paura degli altri. Noi non scappiamo. Avanti!

Nonostante dica sempre avanti, Matteo Renzi continua ad andare indietro nelle intenzioni di voto degli elettori e nella considerazione dei suoi avversari, come dimostra il "disperato" appello postato su facebook, riportato in precedenza.

Il campione dell'arte dell'eristica, novello Rostand, vorrebbe duellare a suon di sofismi con qualcuno dei suoi avversari per compiacere il proprio ego e poter dimostrare al popolo ignorante quanto lui sia bravo nell'arte della retorica.

La sua necessità di "vincere" alle elezioni, necessità utile solo a soddisfare il suo ego e la sua smisurata - se non patologica - ricerca di affermazione personale, porta Renzi a questa disperata ricerca dell'avversario che, però, non si fa trovare, perché ormai è scritto anche sui sussidiari delle scuole elementari: un politico che ritiene di avere un minimo vantaggio sull'avversario non ha alcun interesse a confrontarsi con lui in tv.

Si tratta di puro e semplice opportunismo, oltretutto supportato dalla logica. Renzi lo sa benissimo, ma fa finta di ignorare l'esistenza di questa banalissima regola.

Quello che però rende debole il disappunto di Renzi è un altro aspetto della questione che lui non cita. Il dibattito, in genere in tv, con gli avversari serve a far comprendere meglio il programma di un politico agli elettori che devono votare. Ora, se gli altri si sottraggono al confronto, nessuno vieta al politico di rivolgersi direttamente agli elettori.

Quindi, Renzi ha questa possibilità che nessuno, ma proprio nessuno, gli nega. Matteo Renzi va al massimo in qualche teatro, in un auditorium, in una sala per le conferenze a parlare davanti a platee numerose sì, ma accuratamente selezionate e opportunamente "addestrate". Ma se vuole parlare agli elettori, quelli veri che vogliono capire per chi votare, non ha da fare altro che andare nelle piazze, salire su un palco e parlare alla folla che ha deciso di andarlo a sentire.

Questo "confronto" con gli elettori, per l'appunto nelle piazze, che è il confronto vero che un politico dovrebbe cercare, Matteo Renzi non lo vuole avere... e poi si lamenta!