La pandemia dovuta al SARS-CoV-2 (Covid-19) ha avuto conseguenze drammatiche per i lavoratori, per le imprese e le collettività di tutto il mondo. Settori come la moda e l’elettronica hanno subito il maggior calo della domanda, mentre alcune altre categorie, come quella dei prodotti per l’igiene personale, hanno assistito a una crescita della domanda che non si era mai verificata prima. 

La velocità e la portata mondiale della pandemia hanno sconvolto la supply chain di ogni impresa in modo travolgente. I tre anelli di ogni supply chain (approvvigionamento, produzione e distribuzione) sono stati stravolti in brevissimo tempo generando forme di risposte e stimoli diversi a seconda del settore. La principale risposta alla pandemia si è avuta attraverso il cambiamento e l’adattamento tecnologico. Difatti il distanziamento sociale, il cambiamento della domanda dei consumatori durante il lockdown e le restrizioni sulla circolazione delle merci, hanno fatto sì che ogni impresa si dotasse di strumenti tecnologici sia per non vedere ridursi la propria produttività, sia per avere un miglior approccio alla digitalizzazione. 

Nel settore pubblico gli strumenti di digital health sono stati impiegati per attivare sistemi di triage (attraverso chatbot e assistenti virtuali che valutano i sintomi manifestati da un individuo per identificare soggetti a rischio Covid-19), sistemi di contact tracing per identificare, sulla base della prossimità, contatti di individui che si sono rilevati positivi al Covid-19, e sistemi di sorveglianza epidemiologica in grado di monitorare l’epidemia e individuare nuovi focolai sui quali intervenire.

 Nel settore privato, sfruttando la propria posizione dominante nell’e-retail e nei servizi del web durante la crisi, Amazon è diventato parte ineluttabile della vita moderna in molti paesi. Occorre specificare, però, che il successo di Amazon durante il Covid-19 non è dovuto tanto al fatto che l’azienda di Bezos controlli gran parte del commercio elettronico nell’emisfero occidentale, quanto al fatto che con il lavoro, la scuola e l’intrattenimento on-line da casa, dipendiamo tutti sempre di più da Amazon Web Services (AWS) usati, per citarne due, da Zoom e Netflix. Amazon Web Services (AWS) è oggi l’attività di cloud computing più grande al mondo. Fra il 18 marzo e il 17 giugno 2020 il patrimonio dell’impresa nata in un garage di Bellevue è passato da una capitalizzazione di $1883 miliardi a $2890 miliardi, e ha poi toccato $3573 miliardi agli inizi di Luglio 2021. Se, però, Amazon rappresenta il caso estremo di un’azienda già strutturata tecnologicamente che ha saputo sfruttare al meglio i cambiamenti del mercato, dall’altro lato bisogna considerare che la maggior parte delle realtà ha dovuto adattarsi alla “Distruzione Creativa” del Covid-19. 

La sfida, dunque, non è soltanto innovare e rispondere agli stimoli e alle opportunità generate dalla pandemia, ma adattarsi al nuovo paradigma economico sapendo sfruttare al meglio le soluzioni tecnologiche che la digitalizzazione e l’internalizzazione ci offrono, e adottando strumenti tecnologici, che devono essere conformi alle rinnovate necessità dei clienti e a un mercato che non è lo stesso di qualche mese fa, e che cambierà ancora.

Written by deepcube