Bologna, martedì sera, quartiere Pilastro. Su indicazione di una signora settantenne che indicava abitazioni di famiglie straniere in cui, a suo dire, vi erano spacciatori, Salvini girava per un quartiee di Bologna suonando al citofono per chiedere, a chi rispondeva, se fosse uno spacciatore di droga.

A rendere la scena ancor più incredibile - quasi da film felliniano - è che Salvini nella sua impresa fosse seguito da un codazzo di giornalisti e di uomini appartenenti alle forze dell'ordine costituito da poliziotti e carabinieri... che lo lasciavano fare.

Così Salvini in una dichiarazione ripresa dall'agenzia Dire: «C’è una denuncia che ha fatto la signora ed è nostra intenzione seguirla. Ho citofonato a un signore che è stato segnalato come presunto spacciatore per chiedergli se spaccia o se non spaccia, ma mi ha detto che in casa non c’era nessuno. A che titolo l’ho fatto? In qualità di cittadino: se una coinquilina mi dice guarda che qui al primo piano spacciano, posso chiedere a uno "lei spaccia o meno"? Ma lui ha buttato giù.Le forze dell’ordine fanno meglio di me il loro mestiere, quindi hanno gli elementi per decidere se quel tizio spaccia o non spaccia. Mi volevo togliere una curiosità, visto che una signora di 70 anni mi dice "mi minacciano di morte perché lì spacciano". Per questo ho chiesto "lei spaccia"? Lui è libero di mettere giù la cornetta, magari la prossima volta ci va la polizia con più facoltà di me».

Questo il video dell'impresa...


Se un politico si riduce a questo per raccattar voti, non solo è alla disperazione ma dimostra anche di non avere il senso delle istituzioni, finendo non solo per rappresentarle male (Salvini è un senatore della Repubblica), ma anche per metterle in imbarazzo e delegittimarle, come nel caso di quei poliziotti e di quei carabinieri costretti a supportarlo e a sopportarlo, mentre invece avrebbero dovuto fermarlo come avrebbero fatto nel caso di un qualsiasi comune cittadino.