Si è tenuto a Roma, il 2 dicembre, un interessante convegno sulla Libia organizzato dall’Accademia Angelica Costantiniana dal titolo: “Dall'occupazione italiana alla caduta di Gheddafi. Storia della Libia moderna”.

La Libia a dieci anni dalla caduta di Gheddafi stenta ancora a trovare stabilità e pace sociale.

La  conferenza  ha preso  le  mosse  dalle  vicende coloniali del 1911, per affrontare in successione gli anni del Fascismo, la Seconda Guerra Mondiale, il dopoguerra  e  l’era  Gheddafi,  con  un  focus  sulle vicende della comunità italiana.

È stata un’occasione  per  conoscere  più  da  vicino  un Paese mediterraneo  che  si  è  rivelato  essere  ago della  bilancia  per alcune  problematiche  della regione,  ma che  purtroppo  non riesce a ritrovare  la  stabilità  interna.  Per  cercare  di  capirne le ragioni, i relatori hanno affrontato alcuni aspetti della recente storia libica  che hanno  avuto  il loro  peso anche sulle vicende degli ultimi anni.  

L’Avv. Alessio  Ferrari  Angelo-Comneno, Presidente  dell’Accademia,  ha così commentato l’iniziativa: «In un momento storico in cui la Libia sta vivendo una  sofferta  transizione  verso  un’auspicata democrazia,  l’Accademia  Angelico  Costantiniana, da sempre attenta alle vicende dei Paesi orientali così come dell’area del Mediterraneo, ha ritenuto opportuno  organizzare,  come  primo  grande evento del nuovo Anno Accademico, un momento di  riflessione  sulle  vicende  contemporanee  di questo  affascinante  Paese  che  ha  con  l’Italia legami storici molto forti». 

Sono intervenuti come relatori: Gianluigi Rossi con una relazione dal titolo: “Il dopoguerra e l’era Gheddafi”, Fazio Vero  che ha relazionato su: “La Seconda Guerra Mondiale in Libia”, Luigi Scoppola Iacopini che ha presentato uno studio su: “La comunità italiana in Libia dall'amministrazione britannica agli accordi tra Gheddafi e la Fiat” e Niccolò Lucarelli con una sintesi della storia dell’occupazione italiana del 1911.

Guglielmo Giovanelli Marconi ha portato un’interessante, quanto inedita, testimonianza su Italo Balbo e sul suo Governatorato della Libia. Il nonno materno del relatore, Guglielmo Marconi, era amico di Italo Balbo e quando questi diventò governatore della Libia la cosa interessante e, forse poco nota al pubblico,  è che cominciò a fare una politica di inclusione della popolazione ebraica e musulmana in Libia. In opposizione ai vertici del PNF, quando nel 1938 Mussolini varò le leggi razziali, Balbo si oppose e si spinse fino al punto di non applicare le leggi razziali in Libia.