Nell’agosto del 2019 decisi di iniziare un viaggio in Nord Africa, Morocco, spinto da un fascino immenso per la cultura presente in quella magnifica terra e senza dubbio per le persone che la abitano. Il viaggio, in partenza, non aveva alcun programma ciò di cui ero sicuro era la presenza di un mio carissimo amico marocchino, Muhammad con la quale subito dopo esserci abbracciati decidemmo di iniziare un viaggio da Marrakech fino al deserto e successivamente dal deserto all’oceano totalmente in autostop. In merito a ciò, per chi non ne fosse a conoscenza e magari avrebbe piacere a viaggiare nelle zone abitate da popoli islamici, un ramo fondamentale della loro religione è l’aiuto verso il pellegrino, o viaggiatore, non fanno alcuna distinzione, non importa la tua religione o la tua origine ciò che è importante per loro è offrirti aiuto, mi spiego: che sia un passaggio da un villaggio ad un altro, che sia offrirti un pasto o una semplice bottiglietta d’acqua qualcuno verrà sempre ad offrire il suo aiuto. Adesso, se qualcuno di voi pensa che tutto ciò avvenga perché successivamente chiederanno soldi in cambio vi smentisco subito: avete mai sentito parlare dei cinque pilastri dell’islam? Beh, direi che è il caso, specialmente in questo periodo storico, che tutti ne vengano a conoscenza: 1. SHAHADA (testimonianza di fede), testimoniare la fede in un unico dio e nel suo messaggero. 2. SALAT (preghiera), La preghiera rituale stabilita per ogni musulmano cinque volte al giorno per tutta la sua vita. 3. ZAKAT (zakat), L’atto di destinare annualmente una parte della ricchezza di un musulmano alle persone bisognose. 4. SAWM (Digiuno), l’atto di digiunare durante il sacro mese di ramadan. 5. HAJJ (pellegrinaggio), Il pellegrinaggio tradizionale alla sacra Moschea della Mecca che ogni musulmano deve compiere, almeno una volta nella sua vita, se rientra nelle sue possibilità. Spero li troviate interessanti e singolari esattamente come me, e se per un attimo vi concentraste sul terzo e quinto pilastro troverete la risposta inerente all’aiuto che offrono ad un viaggiatore con lo zaino in spalla, rappresenta per loro sia una persona che in quel momento ha bisogno di qualcosa (vedi gli esempi di prima) ma specialmente rappresenta uno dei loro pilastri più sentiti, il loro splendido viaggio incentrato sulla religione e sulla scoperta della vita e di Allah. Tutto ciò voleva che essere solo un inizio del vero significato di questo racconto, di questo splendido dialogo che ho deciso di condividere con voi, con la speranza di poter far cambiare idea, per chi vorrà leggere, sulla figura femminile all’interno di questa religione.
Il 6 agosto del 2019, arrivo nella splendida città marocchina di nome Essaouira, incantevole città che sporge sull’oceano atlantico, oltre che in autostop utilizzavo un applicazione (che consiglio a tutti i viaggiatori) di nome Couchsurfing, che mi permetteva di poter essere ospitato da persone del luogo e che quindi potevano realmente farmi conoscere il vero spirito del villaggio o città in cui mi trovavo, attenzione però.. Couchsurfing non va utilizzata solo per pernottare “gratis” e poi andar via, questa magnifica applicazione va utilizzata per poter entrare nel vero cuore degli usi e dei costumi di un popolo e soprattutto per poter creare delle magnifiche connessioni. Esattamente cosi conobbi Assia, una cardiologa marocchina, lei orginaria di Tangier era in viaggio nella città di Essaouira insieme alla sorella, beh.. decidemmo di incontrarci e poter creare questa connessione e credetemi quando vi dico che fu un esperienza stupenda. Si presenta a me una bellissima ragazza, con un velo (Hijab) color nero e un sorriso a dir poco incantevole. Comunicare non è stato semplice: io non parlo l’arabo, nonostante dopo quel viaggio abbia deciso di imparare a leggerlo quindi le conversazioni erano in inglese - lei un genio a parlarlo io.. un pò meno. Dopo aver parlato delle mie esperienze vissute in Marocco e dei suoi racconti di viaggio, mosso da una spacciata curiosità, cominciai a domandarle tutto ciò che riguardava la sua cultura, la sua religione e dettagli sulla figura della donna. Vi mentirei se vi dicessi che questa conversazione che sto per raccontarvi non ha totalmente cambiato l’idea che avevo sulla figura della donna musulmana ed è per ciò che scrivo questo, perché spero vivamente che possiate farne tesoro anche voi. Cosi decisi di parlare nuovamente con Assia, ormai una carissima amica, e le posi delle domande, comprensibili, semplici e dirette in modo che ogni lettore potrà con un minimo di attenzione estrapolarne ricchezza.
“Ciao mia cara amica, spero tu stia bene e che il mondo ti sorrida, questa notte ho sognato di viaggiare nuovamente nella tua terra e ciò che ricordo era che volevo raccontarlo a più persone possibili, ho ricordato la nostra magica conversazione inerente alla tua religione e avrei piacere a renderla pubblica, sfortunatamente nel paese in cui vivo la tua religione è ricca di stereotipi specialmente sulla figura femminile. Ti chiedo, con il tuo consenso e voglia di rispondermi, se posso porti delle domande, le stesse che ti posi ai tempi e spero che tu possa rispondere con fierezza e felicità come ricordo facesti guardandomi negli occhi.”
- Assia mi rispose dicendomi che era felice di sentirmi e che per lei sarebbe stato un onore poter rispondere a tutte le mie domande, ancora una volta. Le domande saranno seguite dalla sua rispettiva risposta simulando totalmente la nostra conversazione. Tenete bene in mente, amici miei, io non studio giornalismo, non mi ritengo uno scrittore ne ho mai scritto un articolo se non racconti amatoriali dei miei viaggi (mai resi pubblici), questo è un articolo informativo fatto da uno studente di scienze dell’educazione che vuole solo raccontare un’esperienza vissuta.
- GIACOMO: Cos’è l’islam? E cosa rappresenta per te?
- ASSIA: L’islam è una religione basata sulla fede in un solo Dio e tutti i suoi profeti sono messaggeri di Dio, l’ultimo è Maometto - che la pace sia su di lui - il mondo “islam” letteralmente significa abbandono completo al bene di Dio. Per quanto mi riguarda, l’islam è la religione che mi insegna tutti gli aspetti della vita.. cioè il mio rapporto con me stessa, con le altre persone, con il mondo e con Dio. Penso di essere fortunata ad essere nata in un Paese/società/famiglia che mi ha presentato questa bellissima religione.
- GIACOMO: Come vivi la tua religione durante la tua giornata?
- ASSIA: Prego letteralmente ogni giorno, la mia giornata inizia pregando e quando il sole va via faccio lo stesso. Spesso leggo il corano prima di andare a dormire. Cerco di aiutare le persone e lavorando in ospedale mi prendo cura dei pazienti ma non solo durante le mie ore lavorative anche al di fuori del contesto ospedaliero. Chiedo a dio di accettarlo come un bene, sono solidale verso le persone che incontro in strada e cerco di essere gentile con gli altri. Non mentire, parlare alle spalle, rubare o maledire qualcuno caratterizza le mie giornate. Quando mangio pronuncio la parola “bismilah” (significa in nome di Dio) e ringrazio dio per avermi dato da mangiare..pratico la mia religione ogni giorno perché essa dice che se condurrò una buona vita, rispettando tutto ciò sarò ricompensata con felicità e amore nell’aldilà.
-GIACOMO: Nel tuo paese essere musulmani è un obbligo o una scelta libera?
- ASSIA: In generale è una scelta.. ma è raro che le persone si convertono in altre religioni o che scelgano di essere atei, di questo ne sono certa. Gli atei possono fare ciò che vogliono, bere alcolici, non pregare, drogarsi e non hanno alcun problema ma quando si saprà in giro loro verranno visti male, come cattivi (questa visione è più una cosa culturale che una cosa religiosa).
- GIACOMO: Perché secondo te la tua religione è vista male da tantissime persone?
- ASSIA: A parer mio la cultura islamica e i musulmani sono visti male nei paesi occidentali a causa dei media e della politica interna. Vogliono farci apparire come persone cattive in modo che quando avvengono ingiustizie e guerre nelle nostre terre nessuno intervenga, non sbaglio dicendo che i politici vogliono dividere l’umanità con razze e religioni per i propri interessi, come il petrolio o l’olio. Pensa un attimo se il mondo fosse unificato e si vivrebbe normalmente insieme, ognuno con le proprie usanze e con il rispetto altrui senza alcuna guerra, quante persone viaggerebbero e vivrebbero nelle nostre terre? Quante persone cercherebbero ricchezza nelle nostre terre? La mia risposta è troppe, sarebbe scomodo, non credi? Prendiamo in considerazione anche il fattore di alcune organizzazioni che rendono la nostra immagine pessima, i talebani, l’isis (tra l’altro entrambi finanziati dagli americani, popolo appoggiato da praticamente tutta l’europa).. per noi queste organizzazioni non sono costituite dai principi della nostra religione, noi non li chiamiamo musulmani, noi apparteniamo a un religione che pratica rispetto e lottiamo contro le loro idee e i loro fondamentalismi, alcune volte morendo.
- GIACOMO: “La donna musulmana non è una donna libera”. Ti trovi d’accordo con questa frase spesso pensata e detta qui nella mia terra?
- ASSIA: Assolutamente no, le donne musulmane sono libere e protette. L’islam non ci ha mai impedito di fare nulla.. le donne musulmane erano dottoresse, insegnanti e avevano i loro affari anche ai tempi del profeta Maometto.. ciò che penso è che noi lottiamo come le altre donne degli altri paesi/religioni, compresa la vostra, per migliaia di anni di dominazione maschile, in europa la donna ha iniziato a studiare e a far valere i propri diritti e si sono rese donne libere, lo siamo anche qui, chi studia, chi conosce il mondo tiene stretta a se la propria religione ma ciò non implica il fatto di non essere una donna libera. Io sono una dottoressa musulmana e sono una donna libera.
- GIACOMO: Infine, amica mia, spiegaci perché la tua religione e la tua cultura, secondo te, sono qualcosa di immensa bellezza.
- ASSIA: La mia religione, come le altre, è una guida che ti aiuta nell’immenso cammino della vita. Nell’islam tutto è spiegato partendo dalle buone maniere, consigli, storie di persone del passato da cui prendere lezioni. Essa ci dice di pensare e osservare la natura e le creature di Dio.. Penso che ci insegni come essere buoni umani e ci dia una forte connessione con Dio e quindi non temiamo la morte perché crediamo nell’aldilà, nel fare e nel trasmettere del bene, che un giorno ci condurrà nelle mani del nostro Dio.
Questa è stata la mia conversazione con Assia, che ringrazio per essersi resa disponibile a parlare nuovamente con me di tutto ciò. Spero, con questo racconto di viaggio, d’esser riuscito a far maturare qualcosa di nuovo in voi, nelle vostre idee di questa magnifica religione e delle persone che la praticano ogni giorno. Che poi adesso, pensando a questa conversazione, pensando a tutte le persone che ho avuto il piacere di conoscere in quelle terre ho notato e percepito cosi tanta bellezza e amore che qui, dove vivo io, non ho mai visto.
Grazie per aver letto.
Giacomo e Assia, 22/09/2021.