Queste considerazioni sono state scritte con lo scopo di spiegare e rielaborare le informazioni che ogni giorno riceviamo dai giornali, dai telegiornali e dai social riguardanti la situazione vaccinale, per darne un giudizio più reale e completo. Questi pensieri intendono, inoltre, criticare quella parte della popolazione che non approfondisce i dati, interpretandoli in modo errato e che, così facendo, si fa promotrice di idee infondate.

Sempre più diffuse sono le idee secondo cui il vaccino contro il Covid19 sia causa di malattie croniche, cardiache e che sia inefficace contro la pandemia globale.

In questo manifesto non si metteranno in discussione i dati ricavati dalle tabelle dei siti o dai giornali, si cercherà, invece, di mettere in luce un corretto modo di interpretare tali numeri.

In primo luogo si desidera porre l’attenzione sul modo in cui ci si focalizza sulle percentuali dimenticandosi di individuare su quale numero vengono considerate.

Si prenda in considerazione un report sulla situazione sanitaria (riguardante gli ultimi 30 giorni) postato dall’Istituto Superiore della Sanità: “51 per cento delle ospedalizzazioni, il 64 per cento dei ricoveri in terapia intensiva e il 45,3 per cento dei decessi sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino anti-Covid“.

Da ciò molte persone hanno dedotto che i decessi dei vaccinati fossero la restante parte arrivando alla conclusione che la mortalità sia più alta per coloro che si vaccinano piuttosto che per chi non si immunizza, tuttavia non è così.

Per interpretare correttamente tali percentuali bisogna tenere conto della popolazione e delle ospedalizzazioni, che risultano numericamente essere pari a: 424 persone non vaccinate su un totale di circa 8 milioni di NON immunizzati in Italia e 177 ricoverati vaccinati su 39 milioni circa di persone che hanno COMPLETATO il ciclo vaccinale. Solamente in tale prospetto sarà possibile dare un giudizio corretto ai dati forniti.

Un’ulteriore critica la si rivolge a coloro che, scossi dalle notizie di personaggi morti o malati, attribuisco la colpa di tali eventi ai vaccini.
Non si vuole rispondere scientificamente a queste affermazioni, ma verrà dimostrata l’inopportuna deduzione che spesso viene fatta da lettori poco attenti.

È, pertanto, importante precisare che la divulgazione di notizie riguardanti soggetti che si sono ammalati dopo essersi vaccinati non decreta un miglioramento o peggioramento rispetto al passato e tantomeno ne attribuisce la colpa al vaccino, ma rappresenta soltanto una maggior diffusione di notizie riguardanti quell’argomento rispetto ad altre.

Sarebbe, inoltre, assurdo approcciarsi a tali notizie in modo isolato e senza specificare, come già descritto al punto precedente, la popolazione di immunizzati e non, e per ognuna determinarne i casi di malattie croniche e/o cardiache.

Ad oggi, complici le pagine social e alcune testate giornalistiche, vanno diffondendosi storie di personaggi famosi, ammalatosi dopo il vaccino.
Questo dilagare confuso e disomogeneo di informazioni, però, non tiene conto dei malati nella controparte di no-vax, dando al lettore un buon motivo di fraintendimento.

Si vuole, infine, concludere questo breve articolo invitando tutti i cittadini non solo a informarsi con maggior attenzione, ma anche a rielaborare oggettivamente i dati presi in esame.

L’informazione è un diritto e soprattutto un dovere della società, ma è compito di ogni singolo cittadino far sì che quel informazione venga interpretata dalla collettività nel modo più corretto possibile.

di Lorenzo Tarsetti (art.1 Ancona)