Un professore di scuola superiore guadagna circa 22.600 euro lordi all’anno ad inizio carriera e arriva a circa 29.700 euro lordi all'anno a fine servizio.
Più o meno tanto quanto
- un manovale edile con meno di 3 anni di esperienza (circa 19.440 euro lordi all’anno)
un commesso con meno di 3 anni di esperienza (circa 20.200 euro lordi all’anno)
un operatore ecologico con meno di 3 anni di esperienza (circa 21.600 euro lordi all’anno)
un sergente dell'esercito con meno di 3 anni di esperienza (circa 20.200 euro lordi all’anno).
Infatti, un professore di scuola superiore con meno di tre anni di esperienza guadagna meno di un terzo del reddito di un medico di base con meno di 3 anni di esperienza (circa 71.500 euro lordi all’anno).
In termini di 'rivalutazione monetaria' (Istat) è come se ... nel 2002 quel docente avesse guadagnato 850 euro netti al mese.
Anche se quel docente ha studiato per almeno cinque anni ingegneria, biologia, greco antico, agraria eccetera. Ed anche se a quel docente viene affidato il Futuro del nostro Paese: i giovani, il loro lavoro, la loro formazione, le loro opportunità.
Perché è accaduto questo?
Per il semplice motivo che 20 anni fa (a.s. 2002/2003) i docenti erano 747.155 unità, mentre oggi sono 879.073 unità, ma ... nel 2000 la spesa pubblica in istruzione-formazione era pari a circa il 4,6% del PIL, mentre oggi (a.s. 2022/2023) raggiunge appena il 4% del PIL.
Perché gli stipendi dei docenti non sono cresciuti di pari passo con il costo della vita?
Per il nefasto motivo che nel 2002 il PIL valeva solo 1.300.926 euro, ma 20 anni fa il debito pubblico pesava "solo" per 1.300 miliardi (100%), mentre oggi il PIL vale 1.909.154 milioni di euro, ma è sommerso da 2.790 miliardi di euro di debito pubblico (147%).
Sono quasi 30 anni che il numero dei docenti cresce mentre il numero delle nascite e degli alunni cala, ma la quota di PIL per i loro stipendi rimane sempre la stessa. Anzi ... diminuisce.
La Scuola come serbatoio occupazionale è un male che ci portiamo dietro dalla seconda metà degli Anni '80, come conferma il grafico della Fondazione Agnelli.
Un male che si traduce in un budget contingentato da erogare come stipendi.
Dunque, c'è davvero da chiedersi perché spendere anni, ingegno e fatica per conseguire una laurea.
Infatti, tanti italiani se lo sono chiesto e da tempo si sono dati una risposta.
Secondo la Cgil (link) in Italia tra i cittadini di 18-74 anni sono 17,7 milioni di persone quelle che hanno conseguito al massimo la licenza media.
Più o meno tanti quanti i diplomati italiani che sono pari a 17,9 milioni (incluse le qualifiche professionali triennali, nota bene).
Invece, i laureati solo 6,1 milioni a cui si aggiungono 1,3 milioni di persone che hanno conseguito master e dottorati di ricerca.
Se l'Italia non riconosce uno stipendio adeguato a chi studia 5-10 anni in più rispetto agli altri, entrando nel sistema previdenziale 5-10 anni dopo gli altri, anzi li equipara nel reddito a chi ha studiato fino a 16 anni d'età ... dove è il Merito?
Quanto è divenuto profondo il gap culturale degli italiani, se un docente su 4 lavora come sostegno per gli alunni con handicap (certificazione L. 104/82), che non studiano per conseguire i livelli minimi di apprendimento ma per raggiungere quelli 'individualizzati' in base alle loro capacità???
Mica sarà perché in Francia, Germania e Gran Bretagna le insegnanti di scuola primaria sono praticamente il doppio di quelle italiane?
Cosa sta realmente accadendo in Italia dovrebbe essere l'Istruzione a spiegarcelo, indicando - magari - anche le soluzioni?
A cosa serve bandire l'ennesimo concorso, se poi i laureati neoassunti riceveranno una paga da diplomati, dopo anni di studio e sacrifici?
Dove stiamo andando, se il numero degli alunni cala ormai da anni e se i docenti aumentano di numero inspiegabilmente, ma non nella scuola primaria dove a quanto pare ce ne sarebbe davvero bisogno?