Trump continua ad aggrapparsi all'ipotesi di nuovi brogli che avrebbero truccato a suo sfavore il risultato elettorale del 3 novembre che ha assegnato il nuovo mandato di presidente degli Stati Uniti a Joe Biden. Ma nelle ultime ore sono arrivate notizie che confermano la regolarità del voto e tolgono ogni speranza al presidente in carica di ribaltare il risultato delle urne.

Oltre all'assegnazione ufficiale anche degli 11 delegati dell'Arizona, ieri in tarda serata è arrivata anche la dichiarazione congiunta di due commissioni indipendenti che hanno smentito qualsiasi possibilità di manipolazioni anche nel voto elettronico, nuova frontiera tentata da ieri da Trump per invalidare il risultato delle elezioni.

Non solo. Le due commissioni hanno tenuto a precisare che "le elezioni del 3 novembre sono state le più sicure della storia americana. In questo momento, in tutto il Paese, i funzionari elettorali stanno rivedendo e ricontrollando l'intero processo elettorale prima di ufficializzare il risultato. ...Sebbene sappiamo che ci siano molte affermazioni infondate e opportunità per fare disinformazione sul procedimento di voto, possiamo assicurare di avere la massima fiducia nella sicurezza e nell'integrità del risultato, e così dovrebbe essere per tutti gli elettori.Per qualsiasi dubbio, sono a disposizione i responsabili elettorali, le uniche voci credibili deputate a gestire il corretto svolgimento del voto".

E mentre si incrina il fronte repubblicano con alcuni senatori che dichiarano apertamente che Biden, come presidente eletto, debba iniziare fin d'ora a ricevere i memo giornalieri che vengono inviati al presidente in carica, anche sul fronte diplomatico si allarga il numero dei premier e dei capi di Stato che si sono congratulati con Biden per la vittoria nelle urne.

Così, mentre la Russia dice di voler attendere il risultato ufficiale, ieri un portavoce del ministero degli Esteri cinese, dopo giorni di silenzio, ha espresso a Joe Biden e Kamala Harris le congratulazioni per la vittoria alle elezioni .

Ma a fare ancor più "rumore" è la conversazione telefonica, di ieri, tra Papa Francesco e Joe Biden, confermata dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni e dallo stesso presidente eletto:


Il colloquio, come riporta il sito di informazione del Vaticano, "segue il saluto dei vescovi statunitensi che, attraverso un messaggio del presidente della Conferenza episcopale, l’arcivescovo di Los Angeles José H. Gomez, hanno rivolto a Biden le loro congratulazioni come secondo presidente cattolico del Paese dopo John F. Kennedy. «Ringraziamo Dio per la benedizione della libertà - ha affermato mons. Gomez - Il popolo americano si è espresso in queste elezioni. Ora è il momento che i nostri leader si riuniscano in uno spirito di unità nazionale e si dispongano al dialogo e all'impegno per il bene comune. Come cattolici e statunitensi, le nostre priorità e la nostra missione sono chiare. Siamo qui per seguire Gesù Cristo, per testimoniare il suo amore nelle nostre vite e per costruire il suo regno sulla terra. Credo che in questo momento della storia degli Stati Uniti, i cattolici abbiano il dovere speciale di essere operatori di pace, di promuovere la fraternità e la fiducia reciproca e di pregare per un rinnovato spirito di vero patriottismo nel nostro Paese».Il messaggio augurale del presidente dei vescovi Usa si concludeva così: «Chiediamo alla Beata Vergine Maria, patrona di questa grande nazione, di intercedere per noi. Ci aiuti a lavorare uniti per realizzare la bella visione dei missionari e fondatori degli Stati Uniti: una nazione sotto Dio, dove si difende la santità di ogni vita umana e si garantisce la libertà di coscienza e di religione»".