Come ci fa sapere l'agenzia Sir, in un articolo a firma di Bruno Desidera,  a San Paolo del Brasile la vera “task force” contro la pandemia da coronavirus è quella offerta dai preti di strada.

Nella capitale del Brasile dove la gente - ostaggio dei proclami del presidente Jair Bolsonaro che nonostante nel suo Paese il contagio aumenti continua a parlare di ritorno alla normalità cercando di minimizzare la gravità della situazione - si ammassa ancora sui mezzi pubblici, i “preti di strada” hanno un ruolo fondamentale per accogliere, informare, sensibilizzare, aiutare le persone, soprattutto i poveri, le categorie meno protette, gli abitanti delle favelas della più grande megalopoli del Sudamerica, fin dall’arrivo della pandemia in quella che oltre ad essere la capitale del Brasile, è diventata  anche la capitale latinoamericana della Covid-19.

A San Paolo, infatti, si sono verificati i primi casi di contagio e qui ci sono state le prime vittime. Ancora oggi, nel momento in cui il virus si è allargato a molte altre zone del Paese (il Nordest e in particolare il Pernambuco e la città di Manaus, nell’Amazzonia) le statistiche ufficiali dicono che nello Stato di San Paolo ci sono circa 1.700 vittime sulle 4.300 di tutto il Brasile, oltre ad un terzo dei 63mila casi totali di contagio in tutta la nazione.

Ma su San Paolo si concentra anche la polemica politica, tra il governatore João Doria e il presidente della Repubblica Jair Bolsonaro, che si ostina a minimizzare la portata della pandemia e ha licenziato nei giorni scorsi il ministro della Salute Luiz Henrique Mandetta, fautore invece di una politica restrittiva.

I preti di strada operano tramite la Missione Belém che a San Paolo 140 case di accoglienza, di cui poco meno della metà nel centro della città.

Il suo fondatore, padre Giampietro Carraro, con l'aiuto della locale arcidiocesi ha dichiarato al Sir di aver allestito in un palazzo di 10 piani un centro per accogliere le persone senza un tetto malate di Covid, in modo da tenerle in isolamento, dove è stata creata allestita anche un’infermeria con 72 letti e cinque medici volontari a supporto.

Così padre Carraro descrive l'emergenza Covid in Brasile: padre Carraro:

“I dati che forniscono le autorità non sono veritieri, i numeri sono almeno quattro volte più alti,ce lo confermano alcuni medici che lavorano negli ospedali. Inoltre si fanno pochissimi tamponi, solo a coloro che hanno sintomi significativi, a coloro che vengono portate in terapia intensiva. Le altre persone che vanno in ospedale vengono solitamente rimandate a casa. Ci sono persone che muoiono, ma nessuno ha diagnosticato loro il Covid-19”.