Tanto per capire la "logica" e lo "spirito" che animano l'americano medio al tempo del coronavirus, ci viene in soccorso un articolo pubblicato su uno dei principali siti di gossip made in Usa, TMZ.

In esclusiva, TMZ è venuto in possesso dei documenti che indicano la spesa sostenuta dalla Nasa per la "sanificazione" del Kennedy Space Center in Florida e dello Stennis Space Center nel Mississipi, dove nelle scorse settimane si erano registrati casi isolati di persone positive al Sars-CoV-2.

191mila dollari spesi in Florida e 145.367 spesi in Mississipi, usando "addirittura" - scrive TMZ - procedure approvate dal CDC.

Il tutto viene fatto passare più o meno come uno scandalo, per gli alti costi sostenuti utilizzando denaro pubblico... la Nasa, infatti, non è un'azienda privata.

Due le considerazioni che possiamo derivare da quanto sopra riportato.

1. Ovviamente, le due strutture, per dimensioni e numero di persone impiegate, sono leggermente più grandi di un bar all'angolo di una grande città, anche di una città americana.

2. Ma non bisogna neppure dimenticare quale sia il lavoro svolto dalla Nasa. Oltre a semplici impiegati, vi lavorano astronauti, astrofisici, ingeneri di qualunque ordine e grado... tutti iperspecializzati e iperformati che mettono a punto tecnologie che oltre a mandare l'uomo nello spazio vengono poi utilizzate anche in altri campi. Se il coronavirus dovesse mietere vittime anche alla Nasa, la perdita, a livello economico, e per gli Stati Uniti a livello di supremazia tecnologica, sarebbe devastante.

Eppure, in base a quanto si può ricavare dall'articolo di TMZ, l'americano medio non è in grado di comprenderlo e si dovrebbe scandalizzare perché un'azienda pubblica avrebbe gettato al vento centinaia di migliaia di dollari per evitare di essere responsabile della morte dei suoi dipendenti.

Ma la cosa ancor più amaramente divertente è che anche in Italia c'è gente che pensa che gli Stati Uniti siano il migliore dei modi possibili.