Quando si associa il voto dato alla Lega a una manifestazione di scarsa capacità (o voglia) di ragionare, si viene coperti da insulti o comunque ci si trova in presenza di tante persone risentite. Eppure basta analizzare le ultime due uscite di Salvini, in cui si identifica in questo momento l'intero popolo leghista, per capire che non può essere giudicata normale o ben ponderata la scelta di tenere al governo un personaggio del genere.
Per cominciare, il ministro dell'Interno ha manifestato l'intenzione di sospendere il Codice degli appalti pubblici al fine di facilitare lo sblocco delle opere pubbliche. Ha dichiarato di voler tornare alla normativa europea, ma è una trappola perché questa necessita, per essere applicata, di una norma attuativa che nel caso specifico è proprio il Codice degli appalti pubblici. Cosa significa sospendere il Codice? Vuol dire dare maggior spazio alla contrattazione diretta dell'Ente pubblico con aziende private per la concessione di lavori pubblici, quindi favorire accordi di cartello e corruzione, con conseguente aumento dei costi a carico dello Stato e, verosimilmente, aumento delle incompiute o delle opere fatte male. Non è però solo questo. Bloccare il codice vorrebbe anche dire concretizzare ciò che la Lega aveva già proposto, cioè sospendere il limite al ricorso del subappalto, introdotto per ostacolare le infiltrazioni mafiose nell'esecuzione delle opere pubbliche.
La ricetta Salvini è chiara: per velocizzare lo sblocco dei cantieri, sospendiamo i controlli contro la mafia e la corruzione. Un po' come dire che, visto l'alto numero di poveri in Italia, saranno sospesi i controlli contro i furti. Una proposta folle finalizzata a favorire, in modo neanche tanto celato, chi opera illegalmente.
L'altra uscita che voglio analizzare è il video con cui Salvini, usando i consueti toni da bullo di quartiere, dice a Saviano che si stanno rivedendo i criteri di assegnazione della scorta. Assistiamo a un ministro che minaccia un giornalista di privarlo della scorta solo perché non allineato alle sue opinioni politiche. Saviano ha ricevuto minacce dalla camorra dopo la pubblicazione del libro "Gomorra", per questo gli fu assegnata la scorta, e minacciarlo di togliergliela vuol dire minacciarlo di morte.
Un ministro minaccia un giornalista "ostile" di farlo ammazzare, ma vi incazzate se lo chiamiamo fascista. Delinquente va meglio?
Alla luce dei due episodi che ho analizzato, la considerazione da fare è semplice. Non amate sentirvi definire "fascisti" o poco propensi al ragionamento quando dichiarate di votare Salvini, eppure è lui per primo a pensare questo di voi, visto che per conquistarvi usa metodi da camicie nere coi giornalisti e non ha paura di auspicare apertamente la cancellazione di una norma nata per fermare i disonesti.
Votare Salvini significa guardare il mondo al contrario e abbandonare ogni logica, vuol dire sostenere che i disperati sono un problema e i mafiosi la soluzione, che i giornalisti dissidenti sono criminali e chi vende il paese ai delinquenti è un salvatore. Chi vota così, svilisce sé stesso e non può aspettarsi di essere percepito in maniera positiva da chi vota diversamente.