La situazione medica a bordo della Sea-Watch 3, a detta dell'equipaggio, genera forte preoccupazione. Molti soffrono il mal di mare e sono a rischio disidratazione. Una donna, ustionata, ha bisogno di trattamenti medici. I bambini sono traumatizzati dalla permanenza nelle prigioni libiche e rischiano ulteriori danni psicologici.

Un quadro, quello sopra riportato, di normale disumanità da un anno a questa parte, dopo che il Governo del cambiamento verso razzismo e fascismo è entrato in carica, e dopo che l'Europa ha interrotto, anche per il mancato sostegno dell'Italia, la presenza delle navi militari della missione Sophia nel sud del Mediterraneo.

Per l'Italia e l'Europa, prima di tutto, è far sì che il me ne frego del ventennio sia la linea guida della "buona politica" auspicata da sovranisti e non solo (ad essere obbiettivi).

La Sea-Watch 3, intanto, ha proseguito la propria rotta verso un porto sicuro e in questo momento staziona a circa 3 ore di navigazione a sud di Lampedusa.

 


Naturalmente, non ha mancato di rilasciare una sua dichiarazione sulla situazione della Sea-Watch anche il ministro dell'Interno Salvini, usando le solite dichiarazioni diffamatorie ed offensive (quelle che in caso venissero rivolte a lui farebbero scattare automaticamente una denuncia):

"LA NAVE ONG STRANIERA SFIDA LA GUARDIA DI FINANZA. BASTA!

Erano prima in acque libiche e poi in acque maltesi, ma mettendo a rischio la vita degli immigrati a bordo vogliono a tutti i costi arrivare in Italia.

Questi non sono soccorritori ma SCAFISTI, e come tali verranno trattati. Per i trafficanti di esseri umani i porti italiani sono e rimangono CHIUSI.

E se qualche procuratore vuole indagarmi o processarmi anche per questo, faccia pure! Per difendere l’Italia e gli Italiani, non ho paura di niente e di nessuno".


In ogni caso, dichiarazioni strampalate e propagandistiche a parte, contravvenendo al diritto internazionale nessun Paese europeo ha risposto finora alla richiesta della Sea-Watch di un porto sicuro, dopo oltre 36 ore dal soccorso di naufraghi in fuga da una guerra civile.