Le poche righe postate ieri su Twitter da Avital Chizhik-Goldschmidt, giornalista e nuora del rabbino capo della comunità ebraica di Mosca, Pinchas Goldschmidt, sono state riprese e pubblicate nelle ore successive su molti media internazionali.

"Posso finalmente condividere [la notizia, ndr] che i miei suoceri, il rabbino capo di Mosca Pinchas Goldschmidt e sua moglie Dara, sono stati messi sotto pressione dalle autorità per sostenere pubblicamente l' "operazione speciale" in Ucraina e hanno rifiutato.Sono volati in Ungheria due settimane dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Ora sono in esilio dalla comunità in cui hanno amato, costruito e cresciuto i loro figli, per oltre 33 anni, anche se oggi [ieri, ndr] è stato rieletto capo della Sinagoga di Mosca" per i prossimi sette anni dai rappresentanti della comunità ebraica della capitale.

Contattato da un media israeliano, Goldschmidt ha rifiutato di commentare o di rispondere a domande sul fatto che credesse o meno di tornare in Russia.

In realtà Goldschmidt non si è mai schierato esplicitamente contro l'invasione in Ucraina al contrario di altri rabbini di spicco in Russia, incluso il rabbino capo del paese, Berel Lazar, che però non sono fuggiti anche dopo aver criticato la guerra.

Goldschmidt si trova in Israele presso  suo padre, secondo quanto reso noto dalla Conferenza dei rabbini europei. I rabbini ashkenaziti e sefarditi di Israele, David Lau e Yitzhak Yosef, hanno scritto una lettera ai leader delle comunità ebraiche russe chiedendo loro di rispettare l'autorità di Goldschmidt anche se "non è in grado di rimanere nella sua congregazione", ha riferito ieri il Jerusalem Post.

A questo va aggiunto il fatto che molti ebrei russi, in grado di farlo (economicamente), sono fuggiti dal Paese dopo l'inizio della guerra.

Riassumendo, in base a  quanto sopra riportato e confermato da fonti israeliane, i leader delle comunità ebraiche russe condannano la guerra di Putin e molti ebrei abbandonano la Russia.

Nonostante ciò la posizione di Israele nei confronti di Mosca non sembra mutare. Naftali Bennett si rifiuta di aiutare militarmente l'Ucraina e impedisce ad altri di farlo nel caso, come la Germania, volessero inviare armi che utilizzino tecnologia di fabbricazione israeliana. 

Uno dei motivi addotti da Israele per la sua neutralità era quello di proteggere le comunità ebraiche in Russia. Adesso tale motivo non è più credibile. Rimane solo l'altro, il via libera di Mosca ai raid israeliani contro le basi militari iraniane presenti in Siria.