Esteri

Amber Rudd: il linguaggio di Johnson incita alla violenza... ma chissà che direbbe se ascoltasse quello dei politici italiani

Amber Rudd, ex ministro del lavoro e delle pensioni del governo Johnson dimessasi lo scorso 7 novembre, ha accusato Downing Street di utilizzare un linguaggio che può "incitare alla violenza. È il tipo di linguaggio che porta la gente a pensare di essere legittimata ad avere degli atteggiamenti più aggressivi, fino ad arrivare ad esercitare l'uso della forza".

Ma non è stata l'unica a farlo. Altri parlamentari hanno criticato il premier britannico per il suo modo di esprimersi anche alla Camera dei Comuni.

In risposta alle critiche, Johnson ha detto di disapprovare qualsiasi minaccia nei confronti di chicchessia.

Nonostante ciò, quando mercoledì scorso la laburista Paula Sherriff, facendo riferimento a Jo Cox, la parlamentare a favore del "remain" assassinata nel 2016 durante la campagna della Brexit, ha pregato il primo ministro di astenersi dall'usare parole "pericolose" come "arrendersi", Johnson le ha replicato catalogando il suo intervento come una "cazzata".

Johnson è stato contestato anche per il modo con cui ha definito la legge approvata dal Parlamento per impedire una Brexit senza accordo come una legge di resa, un provvedimento di consegna.

Non solo, il premier ha poi detto che "il modo migliore per onorare la memoria di Jo Cox e il modo migliore per riunire questo Paese sarebbe mettere in pratica la Brexit".

Diversi parlamentari, durante il dibattito di giovedì alla Camera, hanno poi dichiarato che il primo ministro avrebbe dovuto scusarsi per quel commento, mentre Amber Rudd ha detto all'Evening Standard di essere "delusa e sbalordita" quando Johnson ha negato "la paura che molte donne hanno" a seguito dell'omicidio della deputata Cox.

Il linguaggio dei politici, nella strada e nel cittadino comune, trova una sintesi in espressioni simili a quella riportata dalla parlamentare indipendente Caroline Nokes che ha fatto sapere che qualcuno l'aveva definita una "traditrice che meritava di essere fucilata".


È interessante portare l'attenzione su questa notizia che riguarda il dibattito sulla Brexit, paragonandola a quanto accade nel nostro Paese, dove i politici, soprattutto dal fronte sovranista, hanno da tempo abbandonato qualsiasi cautela nel modo di esprimersi, cercando termini per descrivere avversari e presunti nemici che possano essere surrettiziamente (ma anche no) il più possibile crudi e offensivi.

L'avvertimento lanciato nel Regno Unito fa quasi sorridere, considerando il linguaggio che viene utilizzato da certi politici in Italia. Ma, di contro, è anche la riprova della responsabilità, del loro ruolo e della preoccupazione che sdoganare certe espressioni e un certo modo di far politica finirebbe anche per innescare una sorta di reazione a catena che finirebbe per coinvolgere anche la gente comune, imbarbarendo rapporti e vivere civile.

In Italia, certe espressioni sono state sdoganate dai politici e la gente comune le ha tradotte senza i veli dell'ipocrisia e del sofismo con il risultato che il razzismo adesso è un fenomeno che in Italia è definito preoccupante.

Non è certo un caso ed è per questo che la denunce come quelle della signora Amber Rudd sono più che giustificate.

Autore Antonio Gui
Categoria Esteri
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