Huawei messa al bando dai rivenditori prepara già la sua riscossa
Dopo l'inserimento di Huawei nella black list dei prodotti non vendibili negli Stati Uniti, la Cina ha presentato una solenne protesta formale nei confronti dell'amministrazione Trump, annunciata dal portavoce del ministero del Commercio cinese Gao Feng, che ha anche dichiarato che Pechino ha i mezzi per difendere i diritti e gli interessi legittimi delle proprie aziende.
In attesa di conoscerli, Huawei dovrà però affrontare le conseguenze immediate di tale bando, dopo che Google ha fatto sapere che non darà più un supporto diretto e privilegiato all'azienda cinese per l'integrazione del sistema operativo Android nelle periferiche da essa prodotte.
Ed in base a quanto hanno registrato le prime inchieste dei media, le conseguenze per Huawei si fanno sentire fin da subito. I rivenditori asiatici, ad esempio in Malesia e Cina, si rifiutano di accettare i dispositivi Huawei in permuta in cambio dell'acquisto di altri prodotti, a causa dell'alto numero di richieste che ha iniziato a comprendere anche i modelli più recenti di Huawei e non solo quelli obsoleti.
E visto tale andamento, i rivenditori non sembrano avere neppure l'intenzione di mettere in vendita le ultime novità dell'azienda cinese. Gli utenti finali, infatti, ne riconoscono le qualità, ma sono "spaventati" dal fatto di non poter più avere accesso a funzionalità e prodotti forniti da Google e da loro molto utilizzati.
Si preannuncia un disastro commerciale per Huawei e marchi ad essa collegati per le vendite al di fuori del mercato cinese, che rappresentano metà del fatturato del mercato "mobile" dell'azienda di Shenzhen? Le premesse sembrerebbero andare in tal senso.
E proprio per questo motivo, l'azienda cinese ha dichiarato, tramite il capo della divisione consumer business Richard Yu, che tra il prossimo autunno e non più tardi della primavera del 2020 verrà rilasciato da parte Huawei un sistema operativo proprietario, confermando indiscrezioni già circolate in precedenza sui media cinesi.
Se una piccola azienda di una piccola nazione di pochi milioni di abitanti annuncia un sistema operativo per i propri smartphone è una notizia che può anche passare inosservata. Invece, se a fare questa scelta è un'azienda cinese che opera in tutto il mondo ed è comunque leader in un mercato con centinaia di milioni di persone, allora la notizia diventa interessante e addirittura preoccupante per Google ed il suo sistema operativo Android, oltre che per Apple che si vedrebbe minacciata da un'ulteriore concorrente.