Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo, ha commentato così le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, alla 77.a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite:

"Per quanto riguarda il discorso del presidente degli Stati Uniti, penso sia stato assolutamente sconveniente, sia per come è iniziato sia per  come è stato diffuso dai media, in relazione a quanto dichiarato sulla Russia, affermando che il suo presidente stia minacciando il mondo con la possibilità di usare armi nucleari", ha detto giovedì al canale TV Soloviev Live. Zakharova ha definito propagandistiche le parole di Biden.

Che cosa ha detto il presidente americano? Che Mosca ha minacciato l'Europa, paventando la possibilità di far ricorso all'uso di armi nucleari, mostrando "uno sconsiderato disprezzo per le responsabilità collegate al regime di non proliferazione", aggiungendo che "una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta". 

E di Zelensky? In relazione a quanto detto dal presidente ucraino Maria Zakharova non ha fatto cenno, nonostante abbia chiesto che alla Russia, in quanto Paese aggressore, venga tolto il diritto di veto nel Consiglio di sicurezza delle nazioni Unite, almeno fintanto che non si ritirerà dall'Ucraina.

Un invito su cui si sono espressi negativamente solo sette paesi: Bielorussia, Cuba, Corea del Nord, Eritrea, Nicaragua, Russia e Siria.

Ma nonostante pubblicamente il dialogo tra occidente e Russia sia ai minimi termini, clandestinamente, i due schieramenti continuano a parlarsi, come dimostra lo scambio di prigionieri delle ultime ore.

Ieri sera, più di 215 soldati che hanno combattuto per l'esercito ucraino sono stati liberati in cambio di 55 soldati russi e dell'ex parlamentare ucraino Viktor Medvedchuk, grazie anche alla mediazione dell'Arabia Saudita.

Medvedchuk è un oligarca ucraino pro Putin, tanto che lo stesso presidente russo è il padrino di sua figlia. Dopo esser stato posto agli arresti domiciliari a Kiev, era scappato subito dopo che la Russia aveva invaso l'Ucraina il 24 febbraio, per poi essere arrestato ad aprile, quando il servizio di sicurezza ucraino SBU era riuscito a bloccare un tentativo per farlo evacuare in Russia.

Tra i prigionieri liberati, vi sono anche i combattenti stranieri di Stati Uniti e Regno Unito, compresi quelli condannati a morte. Non solo. tra le persone liberate vi sono anche i cinque comandanti che hanno partecipato alla difesa dell'acciaieria dell'Azovstal a Mariupol, tra cui Denys Prokopenko e il suo vice Svyatoslav Palamar del reggimento Azov, e il comandante dei marine, Serhiy Volynsky. Costoro sono stati liberati ad Ankara, da dove avrebbero parlato in teleconferenza con il presidente Zelensky.  


Crediti immagine: Azov/Operatyvnyi ZSU via Telegram